Recensione del film Sully

Cinema / Recensione - 01 December 2016 07:30

Tom Hanks e Aaron Eckhart sono i protagonisti del film "Sully" diretto da Clint Eastwood.

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Film Greenland - video

Sully è il film di Clint Eastwood distribuito da Warner Bros. Nel cast ci sono Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney e Anna Gun.

L’inizio del film mostra l’aereo guidato dal comandante Sullenberger- Sully (Hanks) che perde quota sopra il fiume Hudson, lambisce la metropoli di New York e si schianta contro i grattacieli. Il protagonista pronuncia: “Lorrie, ti amo”.

Già queste scene rendono il tenore del film. Per gli ingegneri aeronautici l’aereo guidato da Sully aveva abbastanza energia per il ritorno, tanto da non dovere atterrare sul fiume Hudson mettendo a repentaglio la vita dei 155 passeggeri. Sully è orgoglioso della sua scelta, ma sogna poi che in televisione una giornalista chieda agli spettatori: “Sully, sei un eroe, o un bugiardo”. Infatti per molti quell’ammaraggio non era necessario: secondo i dati della commissione d’inchiesta il motore avrebbe continuato a girare per tutto il volo di ritorno.

L’aspetto più evidente che emerge dal film è proprio questo conflitto tra istinto che ha portato Sully a compiere l’atterraggio, e la razionalità che avrebbe optato per altre scelte. Un istinto supportato da anni di esperienza. Così la domanda che fa subito porre il film è se i gesti impulsivi siano basati spesso sulla ragionevolezza, piuttosto che sconsideratezza.

Se Sully venisse reputato colpevole, sarebbe “esonero immediato senza pensione”, confida preoccupato alla moglie.

Clint Eastwood ha la capacità di rendere credibile una storia che parrebbe surreale se non fosse vera. L’evento accadde il 15 Gennaio 2009 . Come nel precedente film “American Sniper”, dove un cecchino è giustificato nelle proprie azioni il regista non giudica il personaggio, bensì lo lascia nei propri dubbi. Questo è uno degli squarci più allettanti del film, la possibilità di osservare un uomo in balìa dei propri sensi di colpa potendo parteggiare o meno per lui.

Il film perde verve nella narrazione delle vicende legali conseguenti la decisione di ammarare, come le simulazioni mostrate più volte durante l’incontro con la commissione d’inchiesta, l’ascolto della scatola nera. Momenti che avrebbero potuto essere condensati, per fuggire dal rischio di cronaca pura. Ma nonostante questa prolissità il film si conferma come uno dei miglior di Clint Eastwood, retto dalla robusta interpretazione di Tom Hanks, cui i dubbi modificano il volto.

L’incidente è stato causato da uno stormo di uccelli conficcati nei motori, così da mandarli in avaria. “Nessuno sopravvive agli atterraggi d’acqua”, si dannano dalla torre di controllo: da qui la figura dell’eroe emerge con più vigore. Non mancano momenti di ironia, come quando dopo l’atterraggio una donna anziana, Lucille Palmer (Delphi Harrington) chiede alla figlia. “Siamo vive, tesoro?”.

A ciò si deve aggiungere l’uso di effetti speciali di Ryan Meinardus (“Revenant”, “Jurassic World”) che riescono a ricreare le scene dell’impatto in maniera credibile, senza gli inutili rumori dei fragorosi action movie.

Tanto basta per decantare questo film e far dire che la scena iniziale tra i grattacieli era solo un sogno.

© Riproduzione riservata



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