Recensione del film Sing
Cinema / Recensione - 04 January 2017 07:30
"Sing" è il film d'animazione che ospita 65 canzoni: è prodotto dalla Illumination Entertainment.
Sing è il film d’animazione di Garth Jennings, con voci originali di Matthew McConaughey, Reese Witherspoon, Seth MacFarlane, Tori Kelly, Scarlett Johansson e Nick Offerman.
Il pretesto iniziale del film è quell0 di 100.000 dollari offerti come premio ad un concorso canoro. Sono poi le innumerevoli presenze di animali e il loro connubio con la specificità fisicità a far sorridere nel film. “Sing” non è più quindi solo un film d’animazione per bambini, ma anche commedia animata: il maiale con accento tedesco Gunterche ballando muove i prorompenti fianchi, i conigli scodinzolano la coda, lo yak ha flatulenze. Sono elementi assenti nei film edificanti della Disney.
Buster Moon è il koala a metà tra l’avido impresario e l’appassionato produttore che organizza il concorso: “Rosita, gran bella canna ma noia da vedere”, dice al maiale che mette da parte i 25 figli per seguire i sogni canori. Non manca l’elefante Meena, timida che di fronte a Buster si blocca. Ma Buster non paga le bollette, il teatro rimane al buio: loro si esibiscono comunque, mentre le difficoltà finanziarie soccombono il morale. Arriva Judithm, un lama proprietaria di una banca vicino al teatro: esige il pagamento dei debiti, altrimenti farà chiudere il teatro.
Buster Moon non si demoralizza, assume Meena come attrezzista. E le conoscenze paiono l’unico modo per risolvere i problemi: Miss Nana Noodleman, nonna del collega Eddie Noodleman è ricca. “Lei non ha un becco di un quattrino, vero? - chiede Nana a Buster che vorrebbe un investimento - nessuno va più a teatro”.
Sovente “Sing” si perde nei pentagrammi della musica, alla fine è evanescente rintracciare una trama, spesso soffocata da motivi delle canzoni, o tentativi di convincimento da parte di Buster. Da successi come "Firework" di Katy Perry a "Bad Romance" di Lady Gaga, da "All of Me" di John Legend a "Stay With Me" di Sam Smith fino a "My Way" di Frank Sinatra. Sono 65 le canzoni del film.
Un rischio di implosione formale che invece in “Cattivissimo Me” - prodotto sempre dalla Illumination Entertainment - non era presente, essendo il pacifico cinismo il tema fondamentale. A supervisore il progetto è Chris Meledandri (leggi l'intervista), anche con la nuova sede parigina della Illumination Mac Guff, dove supervisiona una squadra di animatori e artisti.
Il film abbandona il situazionismo quando Buster Moon decide di creare un’anteprima per l’investitrice Nana, e la storia diventa più sagace. “Nana, è ancora viva?”, chiede l’arrogante topo bianco Mike. Mentre la vicenda di Johnny, gorilla di montagna figlio di un capo di un trio di criminali male si collega con il resto della trama, con un padre che vuole che anche lui diventi un criminale.
A rendere solare il film è il lavoro dello scenografo e disegnatore Eric Guillon, che collabora con la Illumination sin dallo sviluppo di "Cattivissimo Me", tratteggiando un’orizzontalità e luminosità simile a quella della città di Los Angeles. In questa maniera i personaggi sono più credibili, immersi in una realtà non più animalesca.
Un retaggio dei legami familiari - e dei messaggi tipici dei film d’animazione - appare quando il teatro crolla. Buster è depresso a casa, e ricevendo la visita degli aspiranti talent confessa: “Questo è il mio destino nella vita, non essere ciò che mio padre voleva che fossi”. Quindi la realizzazione di Buster è quello del padre.
“Sing” rappresenta una evoluzione nel racconto dei film di animazione, spesso solo prodotti senza storia per portare al cinema i figli e i genitori triplicando l’incasso del biglietto. Ma in questo caso il biglietto vale per tre.
© Riproduzione riservata