Recensione del film Proprio lui?
Cinema / Recensione - 25 January 2017 07:30
"Proprio lui?" è il film con James Franco, Bryan Cranston e Zoey Deutch. Cerca di rinvigorire i toni della commedia cinica.
“Proprio Lui?” è il film di John Hamburg con Bryan Cranston, James Franco, Megan Mullally e Zoey Deutch.
Se all’inizio ill film propone ritmi giusti, così come la capacità degli attori di adeguarsi alla velocità della storia, il mordente cala con il proseguire della storia. Basti pensare alla inattesa scena iniziale in cui Ned Fleming (Cranston) batte il computer portatile contro il muro, per via di una videochiamata compromettente.
Ned infatti è obbligato dalla figlia Stephanie (Deutch) ad incontrare il fidanzato, il ricco Laird Mayhew (Franco): partecipa titubante, perché mentre la propria azienda è in crisi, il futuro genero è il CEO di una florida società che sviluppa videogiochi. Le stramberie di Laird sono evidenti, nella immensa villa con zoo conserva nel soggiorno un serbatoio con un alce riempita con la sua urina.
Queste premesse potevano portare a rinvigorire i fasti di commedie sofisticate come “Susanna!” (1938) dove era l’ereditiera Susan ad essere stravagante e capricciosa; “Incantesimo” (1938) in cui una donna deve presentare lo spasimante al padre contrario alle nozze; fino a “Ti presento i miei” (2000), dove l’infermiere Greg Focker deve lottare contro il suocero Jack Byrnes. In “Proprio lui?” si passa subito invece a scene dalla comicità forzatamente spropositata. Laird durante la cena comincia a parlare dei rapporti sessuali avuti con la figlia, comportamento che per il prosieguo della storia avrebbe dovuto vederlo relegato sulla seggiola di uno psichiatra. Ma così non è, Laird con il propri carattere irreale continua la farsa.
Anche il ricorso all’ironia con scene fisiche è facile, come quando Ned è al bagno e non ha la carta igienica, bandita da quella casa. Portare poi la famiglia ad una festa dance è l’episodio più ingenuo della vicenda, tanto da ridursi ad un disastro.
Il momento migliore è quello in cui Liard cerca di aiutare Ned, ma in realtà - avendo effettuato un’operazione commerciale contro di lui - riceve solo un tablet in faccia.
Il regista di “I Love You, Man” (2009), John Hamburg non fa nulla per migliorare la comicità: in quel film del 2009 un uomo giungeva ad assoldare un finto amico per il proprio matrimonio, con risate anche amare. Qui invece James Franco si ritrova a dovere recitare in canottiera nonostante vi sia la neve, Zoey Deutch fa la parte della giovane contesa tra il padre e un fidanzato, senza prendere posizione.
Tanto basta per far risultare insabbiato il film, che anche la critica oltreoceano ha definito semplicistico e senza mordente, in cui l'umorismo non è crudele. Se infatti in questo tipo di commedie ormai ritrite l’aspetto innovativo è l’anarchia, qui essa manca del tutto. Un aspetto che era presente invece in “The Interview” (2014) sempre con James Franco, persino in ”The Boss” (2016) con Melissa McCarthy. E la ricchezza del protagonista Laird invece che aiutare questa ironia come dovrebbe, la rende tardiva.
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