Recensione del film ‘Tutti i soldi del mondo’
Cinema / Recensione - 03 January 2018 08:00
“Tutti i soldi del mondo” è il film di Ridley Scott con Michelle Williams, Charlie Plummer e Mark Wahlberg\r\n\r\n
“Tutti i soldi del mondo” ("All the Money in the World") è i film di Ridley Scott.
\r\nNel 1973 il sedicenne JP "Paul" Getty III (Charlie Plummer) soccombe al suo cognome, essendo il nipote del magnate del petrolio J. Paul Getty (Christopher Plummer).
\r\nIl giovane Paul è rapito a Roma dal crimine organizzato, e il riscatto di 17 milioni di dollari è inviso al nonno. La madre del ragazzo, Gail Harris (Michelle Williams) cerca di far valere una parentela i cui legami sembrano sfilacciati di fronte al colore dei soldi: lei stessa è divorziata e rinunciò agli alimenti per avere la piena custodia dei suoi figli.
\r\nEmerge quindi un cinismo che nei film di Ridley Scott appare spesso taciuto, e che in situazioni di crisi affiora in maniera lampante. La sordità dell’anziano Getty che rifiuta di pagare il riscatto perché ciò incoraggerebbe altri rapimenti sui suoi familiari è la medesima di Commodo ne “Il gladiatore” (2000), quando soffoca il padre; oppure quella di “Blade Runner” (1982), quando il figlio devoto Roy Batty uccide lo scienziato che lo ha generato, dott. Tyrell cavandogli gli occhi con i pollici.
\r\nL’impossibilità di trovare fiducia anche nei medesimi familiari che dovrebbero conservarla è un tratto d’unione che rende “Tutti i soldi del mondo” sopratutto una tragedia dei rapporti umani, ormai logori. Quasi che dopo la crisi economica del 2008 la sete di accumulare denaro e non elargire favori sia ora più evidente che in passato.
\r\nIntanto il giovane Paul è tenuto in ostaggio in una località remota in Italia, e con il trascorrere del tempo diviene sempre già irruente: quando uno dei rapitori mostra accidentalmente la sua faccia a Paul la situazione si complica, e l’uomo viene ucciso e bruciato. Gli investigatori - coordinati da Fletcher Chase (Mark Wahlberg) - identificano il corpo come quello di Paul, ma Gail esamina il corpo e confuta l’ipotesi.
\r\nLa mercanzia diviene il medesimo Paul, venduto a una nuova organizzazione criminale. Sarcastico è il comportamento del nonno Getty, che decide di contribuire al riscatto solo con 1 milione di dollari - sui 4 richiesti - perché quella cifra è deducibile dalle tasse. Gail è però costretta a firmare un documento con cui rinuncia ai suoi diritti genitoriali su Paul e sugli altri figli, consegnandoli a Getty.
\r\nRidley Scott riesce così a mostrare una ferocia imbalsamata nel personaggio di Getty maggiore di quella dei rapitori, e l’orecchio tagliato al giovane e spedito a un giornale è un gesto meno inumano di quello del nonno.
\r\nL’interpretazione di Michelle Williams è magistrale, perché riporta alle dimensioni quotidiane una vicenda che potrebbe sembrare relegata ad un mondo in cui i soldi sono lì unico valore accettabile, molto superiore a quello degli affetti. Così lei assume la sofferenza di tutte le madri che non vorrebbero vedere soffrire il proprio figlio.
\r\nGirato in modo manierista a Roma, “Tutti i soldi del mondo” risente della spigliatezza di Ridley Scott di non mostrare le sofferenze o i dubbi psicologici dei personaggi, creando dei salti che giovano all’azione ma minano la raffigurazione caratteriale.
\r\nInfatti gli scontri sono tesi, sia quelli interni alla famiglia Getty che gli altri dei rapitori. Il film collima così tra il thriller perfetto e il dramma evocato: una commistione da vedere, perché in un periodo di sequel che dominano al box office è arduo reperire un film che getti allo spettatore con tanta irriverenza un racconto originale, una messa in scena eccellente e un’interpretazione degli attori luminosa.
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