Recensione del film Cane mangia cane
"Cane mangia cane" è il film di Paul Schrader tratto dal romanzo di Edward Bunker.

Cane mangia cane è il film crime di Paul Schrader con Nicolas Cage, Willem Dafoe e Christopher Matthew Cook. È tratto dal romanzo “Dog Eat Dog” di Edward Bunker del 1995.
Tre uomini usciti di prigione tentano di riabilitarsi. I colori rosa e blu segnano già una diatriba, non solo iconografica ma anche esistenziale. Quella stessa duplicità di cui è vittima Mad Dog (Willem Dafoe), quando bacia la donna che ha Amat e che dovrebbe ospitarlo a casa per la notte, mentre l’eroina fluisce nelle sue vene.
La violenza successiva non è inattesa: Mad accoltella la donna e uccide la figlia indifesa con un colpo di pistola - mentre cerca di difendersi sotto la coperta - con una regia tragica e al contempo ironica, grazie alla musica che da sottofondo consiglia che ogni gesto ha la sua validità.
Diesel (Christopher Matthew Cook) pare ormai redento, ma quando porta in camera una ragazza esplode in violenza e la giovane fugge impaurita. Troy (Nicola Cage) non riesce a dimenticare il suo odio per la legge e convince gli altri due ad effettuare un colpo che potrebbe rivelarsi perfetto. Ma il rapimento di un bambino di quattro anni non è immune da complicazioni, tra nuovi omicidi e sequestri.
Non c’è spazio per l’assoluzione nel cinema di Schrader, perché ogni personaggio già viene scelto con caratteri ceduti, che non lasciano il tempo per alternative alla loro scelte. “Taxi Driver” di cui Schrader era sceneggiatore aveva come protagonista un assassino camuffato da tranquillo cittadino: “American Gigolò” racconta della prostituzione maschile, fino a “Lo spacciatore” (1992) sempre con Willem Dafoe; il controverso “Affliction” (1997) è la storia di uno sceriffo che dubita della causalità di un incidente in cui è morto un amico. Del 2013 è il disturbante “The Canyons” con Lindsay Lohan sulla vicenda di un manipolatore fidanzato con l-aspirante attrice Tara in un vortice di sesso e trasgressione. Del 2016 è “Il nemico invisibile” sempre con Nicolas Cage e Anton Yelchin, vicenda di un agente della CIA che non crede che un terrorista da lui ucciso sia veramente defunto .
“Eravamo una famiglia” dice Troy, “ma non posso dire che sono sorpreso” riferendosi a come è evoluta la vicenda.
Questa mancanza di positività pervade tutto film, con scene anche forzate, come quella del rapimento che ricordano il cinema pulp. I dialoghi son essenziali per fare evolvere la storia, tanto che l’autore del romanzo Edward Bunker ha ammesso di essersi ispirato più volte ad Alberto Moravia, Ernst Hemingway: Bunker da giovane trascorse anni in carcere, e scrisse molte opere nella sua cella.
L’eccessiva durezza di “Cane mangia cane” così sfocia spesso nell’irrealismo, ma riproduce quel tanto di crudeltà che nelle strade non percepiamo
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