Recensione del film Amore e inganni
Cinema / Recensione - 30 November 2016 07:30
"Amore e inganni" ("Love & Friendship") è il film tratto da un romanzo di Jane Austen, con Kate Beckinsale, Chloë Sevigny e Xavier Samuel.
Amore e inganni (”Love & Friendship”) è il film di John Whitney Stillman in uscita il 1 dicembre, distribuito da Academy Two. Nel cast ci sono Kate Beckinsale, Chloë Sevigny, Xavier Samuel.
“C’è un certo piacere nel vedere una persona pregiudizialmente avversa, riconoscere la superiorità altrui”: così si esprime la giovane vedova Susan Vernon (Beckinsale) sul fratello della cognata, Reginald DeCourcy (Samuel) con cui intende avere una relazione.
Ma il padre di Reginald non ammette questo sentimento, pur se solo espresso con lunghe passeggiate. La preoccupazione è collegata anche con la differenza di età, e la recente vedovanza della donna. “Arrossiremmo nel vederti, nel sentir parlare di te, nel pensarti”, dice il padre. Quando la figlia di Susan, Frederica Vernon (Morfydd Clark) fugge dalla scuola si rifugia presso la residenza momentanea della madre. Esilaranti le frasi pronunciate da Susan, mentre cammina con Reginald e si accorge che la figlia li spia: “Mettiamo al mondo dei figli, e poi scopriamo che sono i nostri peggiori critici”.
In tempo di sguaiate risate è una rarità trovare un film che alterna dialoghi ironici e intelligenti. È questo uno dei motivi per cui anche la critica anglosassone ha elogiato il film, nonché il pubblico lo ha premiato portandolo ad un incasso di 14milioni di dollari.
La trama è tratta dal romanzo epistolare ”Lady Susan” che la giovane Jane Austen compose nel 1793 a soli 18 anni. E come nelle opere della scrittrice inglese, è l’insipiente a dare poi verve alla narrazione: irrompe il pretendente di Frederica, “il suo non promesso sposo” Sir James Martin (Tom Bennett). Quando la madre consiglia alla figlia di sposarlo, la giovane risponde: “Ma il matrimonio è per sempre”; “non nella mia esperienza” chiosa la madre. Reginald cerca di dissuadere Susan: “Come potete permettere ad un tale idiota di corteggiare vostra figlia?”; “è un’assurdità per chi è ricco e agiato” si difende lei. In effetti quando Sir James per conquistare Frederica parla dei 12 comandamenti, non si accorge dell’errore.
Sopratutto nel carattere di Susan emerge la possibilità di ottenere ciò che si vuole con le capacità dialettiche, farcendo le credenze per necessità. Come quando Reginald le confessa il suo amore e desidera sposarsi con lei, e Susan discute a lungo sul fatto che sia meglio temporeggiare, per creare le condizioni per la loro unione. L’atteggiamento di Reginald rispecchia quello degli uomini, assordati dalle voci delle donne senza sapere che sono loro a tenere il filo della relazione. Infatti Reginald la asseconda: “Dobbiamo veramente aspettare? Vi supplico di ripensarci”.
Quando lui scopre che Susan deve anche parlare con Lord Manwaring, il quale chiede la sua mano, il carattere di Susan è forgiato. “I fatti sono delle cose orribili”, afferma Susan comprendendo che tutta la vicenda è esplosa: lei voleva solo capire quali fossero i migliori partiti da sposare, ed è convinta della giustezza del proprio comportamento.
Ad entrare in questo ambiente aiuta la fotografia luminosa di Richard Van Oosterhout, come le scenografie sontuose di Anna Rackard. In questo clima idilliaco emerge appunto Susan, giudicata poi “demonio” dalla cognata, quando Susan rompe il fidanzamento con Reginald: una donna che ottiene ciò che vuole, e a cui solo “i commercianti possono tenere testa”.
Il finale conferma questa propensione, con l’esigenza di una stabilità economica che sorpassa quella sentimentale. Ciò - come nella vita - avviene attraverso l’insistenza, resa alla perfezione dalla impassibile e al contempo sardonica interpretazione di Kate Beckinsale. E la convinzione che il fine giustifica i propri mezzi.
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