La famiglia Fang: recensione del film dove l'umorismo serve a dominare il caos
Cinema / Recensione - 01 September 2016 08:00
Jason Bateman dirige se stesso, ma anche Nicole Kidman e Christopher Walken, in una dark comedy dove il controllo di sé domina il caos.
La famiglia Fang, nuovo lungometraggio diretto da Jason Bateman, si articola su una trama che alterna salti temporali, prendendo in considerazione presente e passato, quest’ultimo attraverso lunghi flashback, per entrare nel mondo di una famiglia sui generis che fa della sua anormalità la sua normalità.
Lungo il discorso esposto dalla trama de La famiglia Fang si parte da un assunto: se si vive “in controllo”, avendo piena consapevolezza di ciò che sta accadendo intorno, il caos che invaderà l’ambiente circostante non sarà in grado di scalfire il proprio essere, soprattutto se trattato con i guanti dell'umorismo.
La famiglia Fang, sin da quando i suoi due più giovani componenti erano ancora dei bambini, era nota nel mondo della performance art per via dei suoi scherzi eclatanti fatti in pubblico e rigorosamente documentati tramite registrazioni di telecamere nascoste. Col passare degli anni i bambini sono cresciuti e così Annie Fang, impersonata da Nicole Kidman, è divenuta un’attrice, ma dagli scarsi successi, e Baxter Fang, interpretato dallo stesso Jason Bateman, è diventato uno scrittore, ma anch’egli senza fortuna. Un incidente di cui è vittima Baxter riunirà per quella che sembra essere l’ultima volta la famigerata famiglia Fang, ma dietro un presunto incidente stradale in cui non si sa se credere o meno, cosa ha in serbo la coppia di genitori, tra cui si annida come capofamiglia Christopher Walken?
Dopo aver preso parte come co-protagonista al film Regali da uno sconosciuto – The Gift, diretto da Joel Edgerton, Jason Bateman torna come attore in un film che porta la sua firma come regista. Mentre nel lungometraggio di Joel Edgerton ricopriva un ruolo essenzialmente drammatico, ne La famiglia Fang la drammaticità si nasconde nei meandri di un umorismo nero, che permea e stravolge la realtà degli avvenimenti, finendo per confondere ciò che è reale con ciò che risulta irreale e viceversa.
Scene irreali, al limite della comicità più drastica e dissacrante, si tramutano in tragedie scampate, ne è un esempio la scena in cui Jason Bateman nei panni di Baxter si offre come bersaglio per uno spara-patate, dandosi in pasto al destino che quel micidiale colpo aveva in serbo per lui. Potendo contare non solo sulla sua performance, ma anche su quella di due attori del calibro di Christopher Walken e Nicole Kidman, che conferiscono un tono di prestigio ad un film originale ed innovativo, soprattutto dal punto di vista del nodo di sceneggiatura, Jason Bateman si inserisce a pieno come regista per il grande schermo, dopo aver lavorato principalmente per il piccolo, lasciando un’opera interessante, anche se a volte dal ritmo che stenta a decollare, pronta per scuotere lo spettatore.
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