L.A. Noire, recensione videogame per PS4 e Xbox One

Games / Recensione - 19 November 2017 14:00

L.A. Noire è la versione rimasterizzata del gioco investigativo di Rockstar Games, piccola perla della precedente generazione. Omicidi, interrogatori e sparatorie all'interno della Los Angeles

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L.A. Noire è un videogioco affascinante e particolare, sia nella sua genesi che nella tipologia di esperienza che offre. Sviluppato dal Team Bondi, il titolo ha avuto una lunga gestazione durata quasi sette anni, per approdare finalmente su Xbox 360 e PS3 sotto la spinta di Rockstar Games, che ora ne detiene i diritti e ha pensato bene di far rivivere una seconda giovinezza all’originale produzione. L’approccio dichiaratamente cinematografico, tale da aver ricevuto una menzione al Tribeca Film Festival, ne fa quasi un unicum nel media videoludico, con indagini, interrogatori, raccolta di indizi e fasi da detective di una cura e profondità disarmante.

La trama di L.A. Noire esplora le vicende e gli eventi della Los Angeles del 1947, un intricato rapportarsi di crescita economica, speranze e ambizioni personali e una criminalità crescente in ogni ambito della vita cittadina, dal traffico di droga agli appalti, sino ad omicidi e casi realmente avvenuti. Le atmosfere noir vivono all’interno della storia di Cole Phelps, agente dell’LAPD, chiamato ad indagare sulla scena del crimine di un omicidio notturno. Il susseguirsi di casi in strada, e la cattura di un ricercato, convincono il capo del Dipartimento di Polizia a promuovere il giovane e ambizioso poliziotto. L’avventura da detective si unisce ai ricordi e flashback della Seconda Guerra Mondiale, dove i rapporti con i propri commilitoni e la violenza della guerra riaffiorano e tormentano ancora la mente di Phelps. La struttura narrativa si dipana attraverso quattro differenti sezioni, con casi ed indagini dal diverso peso sociale e politico, finendo spesso per intrecciarsi con vicende delicate e scottanti della vita californiana. La durata dell’avventura, di circa trenta ore, si arricchisce in questa riedizione con la presenza di cinque DLC, che inseriscono altrettante missioni e casi da risolvere, per l’esperienza definitiva di L.A. Noire.

Come detto in precedenza, il gioco di Rockstar Games propone una struttura ludica differente da qualsiasi altro prodotto, strutturando l’intera esperienza attorno al concetto di casi e indagini. Ogni missione prevede quindi la raccolta di prove, informazioni sulla scena del crimine, racconti dei testimoni, interrogatori e infine la decisione su chi sia il colpevole. Il gameplay di L.A. Noire ricalca da vicino l’anima investigativa dei thriller, con l’attenta ricerca di dettagli ed oggetti all’interno del luogo di indagine, che nasconde prove ed indizi utili a risolvere il caso. I nostri progressi vengono appuntati da Cole Phelps nel suo taccuino, consultabile in ogni momento e che racchiude tutte le informazioni necessarie per affrontare gli interrogatori, punto cruciale di ogni indagine. Qui si attiva un botta e risposta legato agli indizi che abbiamo trovato, con un sistema ancora unico all’interno dei videogiochi: le espressioni e le movenze facciali del sospettato, infatti, comunicano se ci stia dicendo o meno la verità. Il nostro compito è così quello di smascherare o appoggiare quanto il nostro interlocutore ci sta raccontando, sfruttando tre possibilità di interazione: Asseconda, Forza e Accusa. Ma solo una di queste sarà corretta, e sia i dialoghi che l’indagine prenderanno una differente piega a seconda del nostro intuito. A venirci in soccorso, nei casi più difficili, sono proprio i Punti Intuito, accumulabili con le azioni di gioco e che possono portarci verso la decisione giusta in ogni momento. Accanto alle missioni principali, la mappa di gioco permette anche di affrontare chiamate di strada o visitare luoghi iconici e hollywoodiani di Los Angeles, insieme alla raccolta di diversi collezionabili, come i giornali, che permettono di conoscere alcuni retroscena molto interessanti.

La grafica di L.A. Noire beneficia del salto di risoluzione dell’edizione remaster, con una definizione e pulizia su schermo maggiore data dalla potenza di PS4 e Xbox One, che arriva sino ad un rendering in ULTRA HD su Pro e One X. Il realismo visivo trova un restyling negli effetti particellari, come il fumo e la pioggia, insieme ad un sistema di illuminazione più incisivo e a dettagli rinnovati per quanto riguarda oltre settecento elementi dello scenario. Il lavoro svolto riesce a rendere ancora piacevoli le sezioni a piedi, con personaggi credibili e un’atmosfera estremamente affascinante, mentre nelle situazioni di guida si notano effetti di pop-up e distanza visiva ridotta, oltre che una mole poligonale chiaramente ancorata alla precedente generazione. Dove il titolo non è affatto invecchiato, e anzi si dimostra incredibilmente avanti, è nelle animazioni facciali. Non esistiamo a dire che si tratta, senza dubbio, della tecnologia più avanzata e convincente nel riprodurre il minimo cambiamento nel volto di una persona, con la più piccola emozione perfettamente replicata. Il MotionScan riproduce in maniera impeccabile le espressioni degli attori coinvolti, per un linguaggio del corpo che ha, ancora oggi, dell’incredibile. Lo stesso gameplay del gioco, non a caso, si basa su questa tecnologia, con gli interrogatori che hanno come focus il volto dei testimoni, per distinguere nel loro comportamento la verità dalla menzogna.

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