Humandroid recensione film, Neill Blomkamp da un'anima al suo robot
Cinema / Recensione - 09 April 2015 13:00
Humandroid, Neill Blomkamp immagina nel suo ultimo sci-fi un futuro con robot dotati di coscienza: azione e suspense condita da un cast d'eccezione composto da Sharlto Copley, Dev Patel, Sigourney Wea
Humandroid film diretto e co-sceneggiato da Neill Blomkamp, regista dell’acclamato “District 9” nel 2009 (candidato a quattro premi Oscar, tra cui quello come Miglior Film) e di “Elysium” nel 2013.
Humandroid trama. In un futuro non troppo lontano, a controllare l’ordine e la sicurezza a Johannesburg ci penseranno dei nuovi poliziotti-robot chiamati Scouts, droidi capaci di sconfiggere bande di malviventi in pochissimo tempo e ridurre notevolmente la criminalità in città. Il loro inventore, Deon Wilson, sta però cercando di sviluppare una nuova forma di intelligenza artificiale, in modo che queste macchine possano acquisire una vera e propria coscienza. Nell’azienda dove vengono costruiti questi Scouts sarà osteggiato da Vincent Moore, ex-militare che progetta un droide controllabile solamente da un essere umano. Finalmente il giorno arriva e Deon riesce a trovare il modo di dare anima ad un robot, ma poco dopo viene rapito da tre criminali da strapazzo, intenzionati ad utilizzare il poliziotto meccanico per i loro meri fini. Così l’uomo crea Chappie, un droide con capacità di pensiero autonome, che però come un bambino deve imparare tutto poco a poco. Ma quando le autorità verranno a sapere della sua esistenza, capendone il potenziale pericolo, faranno di tutto per toglierlo di mezzo.
Humandroid recensione. Il termine “fantascienza” con Neill Blomkamp acquisisce connotazioni completamente differenti: nel nostro immaginario associamo a questa determinata parola la presenza di navicelle spaziali, a guerre tra robot e umani, e perché no, ad alieni mostruosi e ostili. Insomma, tutto ciò che da Star Wars in poi ci hanno proposto i film tradizionali di genere; e dal canto suo anche Blomkamp attinge a questi must, modellandoli però in modo tale da ottenere una materia più complessa e profonda. Il suo primo lungometraggio è stato “District 9”, strepitoso esempio di come si potesse parlare di apartheid e xenofobia applicati alla fantascienza, ampliando gli orizzonti di un genere molto spesso sottovalutato da registi e critica. Con meno successo aveva provato a riproporre temi analoghi in Elysium nel 2013, con una trama però che non riusciva a tenere il passo. Per il suo ultimo sci-fi il giovane regista sudafricano decide di tornare a Johannesburg, unendo una buona dose di azione e ritmo incalzante, a questioni morali ed etiche: può una macchina, anche se senziente, essere considerato un essere vivente? Problema che i fan di Isaac Asimov potrebbero aver già affrontato, ma che Blomkamp porta ad un livello superiore, prima di tutto ambientando la storia in un futuro molto prossimo, in un contesto che ci è vicino e famigliare; in secondo luogo creando un androide, Chappie, che è tutt’altro che un super-robot, ma che è più simile ad un adolescente in cerca della propria strada. Ma la vera questione che ci pone il regista riguarda l’anima: siamo sicuri che sia una prerogativa umana? E soprattutto: veramente è effimera e impercettibile? Per sapere le risposte date dal film, non resta che guardarlo.
Humandroid cast. Sharlto Copley (già protagonista di District 9) prende le sembianze di Chappie grazie ad innovativi effetti speciali, Dev Patel (The Millionaire) è invece il suo creatore Deon Wilson. Hugh Jackman (X-Men: Giorni di un futuro passato) interpreta la parte del villain Vincent Moore, mentre Sigourney Weaver (Avatar) veste i panni della potente dirigente dell’industria che fabbrica gli Scouts.
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