Pochi
prodotti hanno segnato il mercato videoludico come la serie di Grand
Theft Auto, capace di
riscrivere la grammatica degli open world
con i capitoli usciti su PlayStation 2,
vere e proprie pietre miliari dei videogiochi. Il loro successo ha
scavalcato i semplici confini della console Sony, arrivando su PC con
migliaia di mod e nella cultura pop, consacrando Rockstar come una
delle più grandi software house di sempre. Il successo di GTA ha poi
raggiunto l'apice con l'ultimo episodio uscito, quel GTA V che ancora
vende milioni di copie e detiene il record di incassi, spalmato su
due generazioni di console, con un'ulteriore edizione per PS5 e
Series X in uscita il prossimo anno. Il 2021 è invece il momento di
un ritorno storico, a lungo atteso da tantissimi fan, quello della
Grand Theft Auto: The Trilogy - The Definitive Edition
composta da GTA III, Vice City e San Andreas.
In
questa recensione prenderemo come riferimento
Gran Theft
Auto: San Andreas, disponibile
sin dal day one agli abbonati al servizio
Xbox Game Pass,
che ci ha permesso di tornare a Liberty City e di rivivere gli
intrecci narrativi di CJ e i suoi amici. Tale scelta segue comunque
il lavoro di remaster fatto anche per gli altri due giochi, che hanno
ricevuto gli stessi identici ritocchi in termini grafici e di
gameplay, per una continuità stretta fra i tre capitoli proposti
nella Trilogy, al
prezzo
di 60 euro totali. I miglioramenti promessi da Rockstar hanno
investito sia l'impianto tecnico che quello ludico, con alcuni
accorgimenti presi dagli ultimi episodi della serie: la
ruota
della armi, che rallenta il
tempo, un
sistema di mira
non più automatico ma che prende spunto da GTA V, la visuale in
prima persona nei veicoli, la presenza dei
checkpoint
nelle missioni e una
mini-mappa
più dettagliata, con la possibilità di selezionare una meta da
raggiungere. Tali aggiunte rappresentano un deciso passo in avanti
rispetto alle vecchie dinamiche e aiutano a superare alcune criticità
dei primi GTA, aumentando la
quality of life
dei titoli. Ripetere interamente una missione era infatti una delle
problematiche maggiori in termini di ritmo, così come selezionare in
corsa le armi o consultare la mappa, tutte situazioni riviste e che
migliorano l'esperienza generale. Il
gameplay cerca
quindi di avvicinarsi alle produzioni odierne, senza però mai
riuscirci pienamente: le aggiunte sono gradite, ma il feeling pad
alla mano rimane impreciso, antiquato, macchinoso. Un sapore
agrodolce, perchè San Andreas, così come gli altri due capitoli,
mette in scena una
storia
interessante e ben raccontata, forte di una sceneggiatura e dialoghi
ancora freschi e attuali, così come la caratterizzazione di
personaggi e missioni. Un ricordo piacevole e confortante, che si
scontra tuttavia con un impianto tecnico che, ad oggi, non può dirsi
come una remaster presentabile.
Gli ultimi anni
sono stati caratterizzati da remake e remaster, una quantità
notevole di vecchie produzioni tirate a lucido o ripensate
completamente.
GTA: San Andreas The Defintive Edition è una
remaster della versione uscita su PC, con un aumento della
risoluzione,
nuove texture ed elementi visivi, come foglie e
alberi, un
sistema di illuminazione rivisto e modelli
poligonali arrotondanti dalle asperità di generazioni fa. Proprio i
personaggi sono probabilmente l'aspetto peggiore del restyling
grafico della GTA The Trilogy: le asperità sono state ammorbidite
con un effetto da plastilina ben poco gradevole, personaggi cartoon
dalle fattezze a tratti grottesche, complici anche
animazioni
e glitch che peggiorano la situazione. Le movenze di CJ, il
protagonista, sono un brutto salto indietro del tempo, che non ha
subito alcuna variazione; meglio invece gli ambienti di gioco, che
sono ora più definiti, con una mole poligonale maggiore,
un'illuminazione più corposa ed elementi rivisitati, come
vegetazione, insegne al neon e la pulizia di edifici e macchine. Ciò
che delude è pero la stabilità del gioco, con numerosi
glitch
grafici e un motore tecnico instabile in tante situazioni,
compreso anche un frame rate che, inspiegabilmente, subisce dei cali
su PS5 e Series X. Lo stesso boost in termini di risoluzione ci
consegna un gioco in
4K HDR, ma con dei valori di
luminosità
e contrasto sballati, che non solo non simulano in maniera
corretta l'HDR, ma affogano i neri e rendono troppo scura l'immagine.
Sin da subito siamo stati infatti costretti ad impostare (ad occhio,
visto che manca un riferimento nel menù) i valori di contrasto e
luminosità, senza tuttavia giungere ad un risultato soddisfacente.
Considerando che il gioco è stato provato su un OLED top di gamma
calibrato professionalmente, tale mancanza da parte del team
incaricato della remaster, i Groove Street Games, denota
un'insufficienza alquanto grave per quanto concerne il lato tecnico,
un segnale che il lavoro svolto non ha avuto la giusta cura, o
valutazione, da parte di Rockstar Games.
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