Venezia 79, recensione del film The Son
Cinema / Recensione - 07 September 2022 13:00
The Son è il film in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia
La madre, Kate (Laura Dern) non sa come affrontare la situazione, perché Nicholas non va a scuola da un mese, di nascosto da lei. Così chiede all’ex-marito Peter (Hugh Jackman) di aiutare il figlio: Nicholas decide di trasferirsi a casa sua, con la nuova compagna Beth (Vanessa Kirby) e il figlio neonato Theo.
La malattia mentale nel film The Son
La sofferenza inspiegata è uno dei temi del film, e anche la sua conseguenza: ciò che i genitori non vedono, è che Nicholas è affetto da depressione, pur se in giovane età. A farglielo comprendere è un dottore, dopo che Nicholas ha tentato di tagliarsi le vene. Qui il film presenta la sua forza e anche la debolezza: trascinare così a lungo quella che è una patologia medica, non fa che protrarre - nella narrazione del film - ciò che è palee. È come se si stesse estendendo ciò che potrebbe essere nominato prima, “depressione”. E infatti lo psichiatra consiglia ai familiari di far ricoverare il figlio nella clinica, finche non sarà guarito. I genitori sono titubanti, “non farei questo a mio figlio” dice il medico riferendosi alla sciagurata scelta di farlo dimettere. Alla fine i genitori rifiutano, e – tronati a casa con Nicholas - pare tutto risolversi nelle chiacchiere festanti del salotto, quando la famiglia sembra ricomporsi. “Mi hai tagliato in due” aveva detto Nicholas al padre, riferendosi a quando due anni prima decise di abbandonare lui e la madre per la nuova relazione con Beh. Ma il clima festante del soggiorno svanisce presto mentre Nicholas si sta facendo la doccia.
Le colpe dei padri nel film The Son
Le colpe dei padri che cadono sui figli, sono quelle che il padre di Peter, Anthony interpretato da Anthony Hopkins disputa con il figlio: per lui non ci sono colpe da attribuire, e non ammette neanche di avere avuto mancanza nei confronti del figlio Peter. Ma ora Peter sente di commettere gli stessi errori del padre, e di parlare come lui.
The Son alla fine si rivela un dramma da camera, tutto giocato sui dialoghi sferzanti, e le interpretazioni dolenti di Hugh Jackman e trascoloranti di Laura Dern. Se in The Father il dubbio era sulla pazzia di un uomo, qui è quello sulle colpe inesplorate del figlio. Raccontare la malattia è sempre complicato, perché si va verso soluzioni che per forza devono essere mediche, con i drammi o gioie che ne conseguono. Così The Son poteva essere più tagliente, ma si perde dietro problemi protratti – come appunto la depressione – che se mostrati prima avrebbero condotto a ben altra storia.
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