Venezia 79, recensione del film Don't Worry Darling
Don't Worry Darling è il film fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia

La realtà ulteriore - anche chiamata ‘metaverso’ - entra con prepotenza nel film Don't Worry Darling. La trama vede Alice (Florence Pugh) e Jack (Harry Styles) vivere in una comunità̀ idealizzata chiamata Victory. Qui gli uomini lavorano a un progetto top-secret con le loro famiglie, che vivono in un mondo idealizzato, con ogni confort e senza domande. Almeno fino a quando Alice comincia a vivere ricordi del proprio passato, da cui emerge una realtà inquietante.
Olivia Wilde regista del film Don't
Worry Darling
Il film diretto da Olivia Wilde – anche attrice – prende a modello The Truman Show (1998), per come sovverte la vita degli uomini per uno scopo superiore: lì era il fanatico Christof, qui è Frank, interpretato da Chris Pine. Ma se lì il personaggio principale – Truman Burb - avvertiva fin da subito una scollatura tra la sua vita e le crepe che stava osservando, qui la protagonista Alice oscilla tra pianti inconsulti prima di comprendere cosa le stia accadendo.
Solo oltre la metà il film diventa più incisivo, perché la stessa Alice vuol far sentire la propria voce in una realtà che non riesce più a comprendere: vedendo precipitare un aereo, si spinge oltre la collina preclusa a tutti. Poi osserva la sua migliore amica salire sul tetto e tagliarsi la gola, e si avvede che ciò che sta accadendo non è normale, bensì cela una realtà artificiale. Il marito – ingegnere per la Victory – finge di assecondarla, per poi lasciarla alle cure che consistono in una sessione di elettroshock.
Schede
Qui il film diventa sinistro, anche se adornato in maniera idilliaca. Alice comincia a ricordare di essere stata una brava dottoressa, e di aver avuto una vita felice con Jack: fino a quando lui l’ha costretta a sottoporsi all’esperimento, stricandola – a insaputa di lei – dalla sua vita.
La discesa negli inferi nel film Don't Worry Darling
Pur nei momenti di enfasi già vista, il film Don't Worry Darling conserva il timore della lenta discesa negli inferi che è dosato da una regia consapevole, anche se ordinaria. E lo spettatore si immedesima nel baratro di Alice, che alla fine risulta compresa solo dalla stessa Bunny (Olivia Wilde), sua migliore amica che le impone di abbandonare questa realtà ulteriore.
La sceneggiatura originale è stata scritta dai fratelli Carey e Shane Van Dyke, ed è apparsa nella Black List del 2019, per poi essere riscritta da Katie Silberman. Quest’alternanza di stesure ha permesso alla versione finale di essere composita e sottilmente allegorica, anche se dagli snodi narrativi altalenanti.
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