Venezia 79, recensione del film Siccità
Siccità è il film in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia
Siccità propone una vicenda allegorica che presenta spunti con la realtà. Vediamo infatti Antonio (Silvio Orlando) uscire casualmente di prigione perché finito per sbaglio nel furgone della lavanderia: quando si trova per le strade di Roma, scopre una nazione in balia di restrizioni idriche a causa della siccità. L'acqua è razionata, e si raccoglie in contenitori conservati come oro.
L'acqua e la malattia infettiva nel film Siccità
Antonio si mette alla ricerca di Giulia (Sara Serraiocco) che scopriremo poi essere sua figlia, e incinta. Lei ormai è adulta, è un'infermiera con un compagno che brama un lavoro, Valerio (Gabriel Montesi): Antonio vuole scusarsi con lei del motivo per cui fu condannato. Valerio trova un'occupazione come addetto alla sicurezza di un'azienda accusata di spreco idrico.
Come si vede il film propone una congerie di personaggi diversi, ognuno legato all'altro da qualche dettaglio. Sara (Claudia Pandolfi) è la dottoressa a capo del reparto di Giulia; il suo nuovo compagno la tradisce, e l'ex marito Loris (Valerio Mastrandrea) è un tassista scontento. Alfredo (Tommaso Ragno) è un influencer, la moglie Mila (Elena Lietti) lo tradisce di nascosto. Si tratta di molti personaggi che proprio per la loro presenza corale fanno spesso fatica a integrarsi, tanti sono i temi trattati. La siccità è rappresentativa di un evento che non possiamo controllare, come può essere la pandemia da covid-19: infatti nei film molte persone cominciano a essere vittime di una nuova infezione, con sintomi come la sonnolenza.
Schede
La coralità del film Siccità
Il film Siccità appare come uno dei film più maturi di Virzì, nonostante la difficoltà di orchestrare così tante voci. Alterna il tono comico a quello faceto, e lievemente drammatico. In un periodo in cui i film italiani faticano ad assumere una propria voce, tanto sono monocordi, fa piacere vedere un film incisivo e capace di proporre tanta varietà di anime. Ciò è merito anche della sceneggiatura a più mani, scritta da Francesca Archibugi, Paolo Giordano, Francesco Piccolo e Virzì.
Monica Bellucci appare nel ruolo di Valentina, un'attrice che convince un esperto di problemi idrici, il professor Del Vecchio (Diego Ribon) a fare un bagno nella vasca idromassaggio, nonostante sia vietato sprecare acqua: l'allegoria prosegue fino all'ultimo, con le piccole meschinità dell'uomo che sono svelate. Finché una pioggia tanto attesa darà tregua alla siccità.
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