Battlefield
è la saga di Electonic Arts sviluppata da DICE che
declina, da almeno un decennio, il multiplayer online su larga
scala, con mappe enormi, distruttibilità elevata, tante armi e mezzi
a disposizione di un corposo numero di giocatori online. Nel nuovo
Battlefield 2042 gli utenti in contemporanea passano dai classici 64
fino a 132 totali, un raddoppio in termini di quantità che ha visto
un ripensamento del level design delle mappe, rese ancora più grandi
e con alcune variabili meteo interessanti, oltre che all'abbandono
della Campagna per giocatore singolo, che non è quindi presente
nell'ultima iterazione della serie.
Battlefield 2042
è la sintesi della battaglia campale: si parte in 64 giocatori per
schieramento, un vero e proprio assalto agli obiettivi del match, che
sia Conquista, Sfondamento o le modalità classiche dei precedenti
capitoli. Il fulcro dell'esperienza risiede in
Conquista,
un'espansione del concetto del Re della Collina, dove dobbiamo
conquistare e difendere vari settori della mappa, che danno punti
alla propria squadra (insieme al numero di uccisioni totali).
L'impatto scenico è come sempre eccellente, una corsa verso i punti
caldi di ogni mappa: si scende da un elicottero e si inizia la
forsennata rincorsa a piedi o a bordo di
veicoli,
quali jeep militari, hovercraft, carri armati e mezzi aerei. La
sensazione di trovarsi su un reale campo di battaglia è tangibile,
tra varie squadre impegnate in settori diversi, una pienezza d'azione
notevole, cinematografica e palpabile nell'immediata vicinanza dei
territori da conquistare. Il feedback delle armi e del lavoro di
squadra è notevole, con vari
specialisti
da scegliere e personalizzare, molto belli nei menù e nell'estetica.
Discorso totalmente opposto nella lettura una volta scesi in campo,
con l'inspiegabile assenza di un menù della partita, che tenga conto
di uccisioni, assist e morti, con un punteggio che scopriremo solo
alla fine delle lunghe partite di gioco. I punti di
respawn
sono a volte sballati, troppo vicini alla battaglia (con rientro
caotico e conseguente morte immediata) o a volte troppo lontani
dall'azione, una soluzione forzata che costringe il giocatore a
perdere diverso tempo per tornare in combattimento. Le
mappe
sono enormi e con un buon
level design,
ma la notevole estensione crea spesso una spiacevole dicotomia, tra
azione serrata nel cuore della conquista e ampie zone interamente
deserte che, anche a bordo dei mezzi, non hanno alcun contenuto
ludico o di divertimento.
Il lancio di Battlefield 2042 è
stato un po' travagliato, con diversi glitch, problemi di stabilità
e un senso di incompletezza generale; dopo alcune patch il gioco ha
subito alcuni miglioramenti, ma l'idea è che il titolo sia un'ottima
base di partenza, ancora acerbo e irrealizzato. In tal senso, dopo
due anni di assenza sul mercato e con una Campagna per giocatore
singolo completamente tagliata, ci saremmo aspettati maggiore cura e
stabilità nel codice di gioco. Uno dei primi aspetti è il
comparto
tecnico: muove sì una grande
quantità di personaggi, effetti e mezzi aerei e di terra, ma il
risultato è sporco nella definizione e nella qualità delle texture,
con alti e bassi evidenti. Abbiamo alcune mappe splendide, o parte di
esse, come grattacieli, tempeste, vegetazione ed effetti
particellari, insieme ad un'illuminazione non sempre convincente,
armi poco definite, animazioni e situazioni grottesche (hovercraft
che si arrampicano, compenetrazioni di interi elementi, etc...), pop
up, terreni con texture che caricano in ritardo e un'indole
profondamente old gen in tanti aspetti, non al livello della potenza
di PS5 e Xbox Series X. Tra le note positive, e che probabilmente nel
corso del tempo troverà un suo vero e decisivo spazio, abbiamo
Portal, una fucina
che racchiude le esperienze multiplayer dei precedenti capitoli, con
personaggi, armi e mappe ricreate con il nuovo motore grafico.
Possiamo cosi rivivere alcune modalità iconiche di Battlefield
1942, Battlefield: Bad Company 2 e Battlefield 3, con contenuti
personalizzati e creati dagli utenti stessi.
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