Anteprima The Guilty, il film danese in lizza agli Oscar 2019
Cinema / Recensione - 13 November 2018 08:00
Magnolia Pictures distribuisce il film d'esordio di Gustav Möller.
Distribuito negli Stati Uniti da Magnolia Pictures, già premiato al Sundance Film Festival, The Guilty è il film danese in lista per la candidatura al Miglior film in lingua straniera ai prossimi Oscar. Nel frattempo, questo thriller sociale continua a sorprendere, applaudito da critica e pubblico, nei festival internazionali in cui è stato selezionato.
Scritto da Gustav Möller ed Emil Nygaard Albertsen, diretto da Möller al suo esordio. Un'opera prima avvincente, coraggiosa e solida. La durata del film è perfetta: 85 minuti di suspence, ottimamente calibrati fino al finale dei colpi di scena e delle riflessioni. La tematica affrontata, infatti, è di scottante attualità. Scrittura, regia, interpretazione, tutto funziona magnificamente a servizio di un'idea originale, supportata da una virtuosa produzione low budget.
The Guilty, trama essenziale senza spoiler
Asger Holm (Jakob Cedergren) è un poliziotto esperto, operativo sulla strada. Sta svolgendo il turno serale al centralino del numero di emergenza. L'indomani è atteso in tribunale. Qualcosa nella sua carriera è andato storto. Non teme la sentenza, ma la vicenda, lo capiamo, lo ha traumatizzato.
Assistiamo
al suo atteggiamento sarcastico nei confronti di chi sta dall'altra
parte del telefono per chiedere soccorso: tossicodipendenti, clienti
di prostitute, spacciatori nel vivo di una rissa, ubriachi
incidentati.
Poi arriva una chiamata diversa. Quella di una donna
rapita. Le informazioni che il poliziotto riesce a ottenere sono
insufficienti. L'aguzzino è accanto a lei, mentre Iben fa finta di
chiamare la piccola figlia Mathilde.
La chiamata di Iben fa scattare qualcosa in Asger. Con l'unica arma del telefono a disposizione (fuorvianti qualsiasi riferimento al The Locke, altro film significativo, con Tom Hardy), cercherà in tutti i modi di salvare la madre di Mathilde, a costo di infrangere le procedure previste dal protocollo. È una sfida con se stesso, dimostrare di essere ancora quel poliziotto di un tempo, probabilmente senza pregiudizi, a protezione dei cittadini.
Riflessioni
The Guilty mette in scena una storia conflittuale. Certi lavori di responsabilità civile sono più estenuanti di altri, forse imbruttiscono, senz'altro possono de-personalizzare l'individuo. La società diventa una giungla marcia, dove anche agli uomini buoni, occorre una seconda chance. Perché, suggerisce con una certa convinzione il film, la possibilità di un piccolo margine, uno spiraglio, per ascoltare la propria coscienza, c'è. Sempre.
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