American Ultra: recensione del film dove il supereroe-antieroe da videogame non è un'icona

Cinema / Recensione - 30 June 2016 08:00

Jesse Eisenberg e Kristen Stewart fanno coppia nell'opera seconda di Nima Nourizadeh, per un film commistione di generi che possiede le caratteristiche del videogioco, ma senza delineare storia e pers

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Serie tv Black Bird - video

American ultra di Nima Nourizadeh ricorre ad un ibrido miscuglio di generi, è un action movie che vira verso l’intrgo poliziesco con venature da cinema horror-splatter, passando per la commedia più spinta nella quale si ritrova il germe del film con supereroe.

La trama di American ultra parte con la presentazione dei due protagonisti: Mike Howell (Jesse Eisenberg) è solito trascorrere le sue giornate prima ancora che con la sua fidanzata Phoebe (Kristen Stewart) con un’amatissima dose di droga. Ben presto però Mike scoprirà di essere molto di più di un ragazzo abitante di una piccola cittadella americana: pur non avendone memoria, Mike ha ricevuto un addestramento ferreo, unito ad un particolare trattamento, che lo ha condotto a divenire un temuto agente, una macchina perfettamente in grado di uccidere. Trovandosi invischiato in una pericolosa operazione messa in atto dal governo Mike, non senza l’aiuto ed il supporto di Phoebe, dovrà ricorrere ai suoi poteri extra-umani per salvare la sua vita.

Nima Nourizadeh firma con American ultra la sua opera seconda che si avvicina prepotentemente al mood proprio del videogame. In determinate scene, ad esempio in uno dei momenti finali del film in cui un vero e proprio massacro ha luogo ambientato in un supermercato, il personaggio interpretato da Jesse Eisenberg, il controverso Mike Howell, sembra essere protagonista di una vera e propria sequenza da videogioco. La destrezza mostrata nei colpi inflitti, unita ad un vorticoso volteggiare della macchina da presa che spesso decide di inglobare la figura del protagonista di spalle, lascia pensare ad una cruenta scena da videogame action, in cui lo scopo primario è condurre al macello tutti i nemici che fungono da ostacolo al raggiungimento del presunto obiettivo.

Jesse Eisenberg, dunque, dà corpo ad un personaggio che è al contempo eroe dai super poteri ed anti-eroe dalle abilità nulle prima di divenire consapevole di un dono per ottenere il quale non ha svolto alcuna impresa eroica. Interpretando così un omuncolo più simile ad un robot, Jesse Eisenberg può contare sul supporto costante derivante dalla sua fedele aiutante, un’agguerrita Phoebe interpretata da Kristen Stewart.

Come Bonnie e Clyde, anche Mike e Phoebe vengono catapultati in una realtà fatta di inseguimenti e scontri con arma da fuoco, ma a differenza di due icone come quelle che venivano tratteggiate sin nei minimi dettagli da un regista del calibro di Arthur Penn, nel film di Nima Nourizadeh non si percepisce questo tratto distintivo né nei personaggi né nella regia, offrendo allo spettatore una commedia action thriller che non colpisce nel segno.

© Riproduzione riservata



Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon