Alice attraverso lo specchio: recensione del film dove nulla è impossibile nel Tempo presente
Cinema / Recensione - 25 May 2016 08:00
Johnny Depp cade preda della tristezza più grigia nel nuovo film dedicato al personaggio a cui diede vita la scrittrice Lewis Carroll, interpretato sul grande schermo da Mia Wasikoska.
Mia Wasikowska è ancora una volta Alice nel sequel di Alice in Wonderland, questa volta per la regia di James Bobin.
Alice attraverso lo specchio mostra Alice (Mia Wasikowska) appena tornata da una spedizione in mare aperto, capitano della nave ereditata dal padre. Rimanendo profondamente delusa dalla scelta della madre di cedere l’imbarcazione, perdendo così uno dei pochi averi che rimandano al padre venuto a mancare, Alice si rifugia nuovamente nel mondo parallelo dove sono pronti ad accoglierla i suoi amici di un tempo. Attraversando il primo di una serie di specchi magici, Alice può riabbracciare i suoi fedeli e magici compagni di avventure, tra cui il Bianconiglio, Brucaliffo, Stregatto e la regina bianca Mirana (Anne Hathaway), ma all’appello manca il Cappellaio Matto (Johnny Depp). Il variopinto amico di Alice ha bisogno di aiuto: da quando ha ritrovato nella foresta il primo cappello che realizzò e regalò al padre, il Cappellaio ha perso la sua gioia di vivere, rintanandosi nella speranza che la sua famiglia, sterminata nel giorno Orristraziante da un temuto drago, possa essere ancora viva. Riuscirà Alice, attraverso un tanto pericoloso quanto avventuroso viaggio nel tempo, a scoprire cos’è realmente accaduto alla famiglia del Cappellaio? Solo il Tempo porterà consiglio.
James Bobin raccoglie l’eredità del primo film dedicato al personaggio creato dalla penna di Lewis Carroll e diretto da Tim Burton e dirige l’attesissimo sequel, dal titolo Alice attraverso lo specchio. Donando un carattere estremamente personale all’opera, il lungometraggio cattura l’essenza del libro imponendo temi intrisi di significato riguardante l’esistenza umana, ma rendendoli accessibili anche ai più piccoli. Usufruendo di un personaggio nuovo, personificazione dello scorrere inesorabile del Tempo, interpretato da Sacha Baron Cohen, il film riesce a presentare il futuro come inevitabile conseguenza di un passato che, per quanto la fantasia desideri, non si può cambiare, neanche nelle favole, costringendo i personaggi a trovare soluzione nell’unico tempo a loro disposizione, il presente.
Mia Wasikowska torna a vestire gli stravaganti abiti della giovane Alice, un’eroina combattiva e determinata, pronta ad andare incontro ai pericoli che si celano nel passato in nome dell’amicizia che la lega ad un altro personaggio cardine, il Cappellato Matto di Johnny Depp. Sottraendo ad uno dei più cari compagni della protagonista il carisma e la vitalità che lo avevano contraddistinto in Alice in Wonderland, il Cappellaio non è più aiutante, ma bisognoso di aiuto in questa nuova avventura che vedrà un nuovo, inevitabile scontro tra le due sorelle dal carattere opposto, la leggiadra Mirana (Anne Hathaway) e la vendicativa Iracebeth (Helena Bonham Carter). Tra nuove alleanze e risoluzioni di questioni rimaste troppo a lungo irrisolte, Alice attraverso lo specchio scaverà a fondo nella personalità di ogni singolo personaggio e, attraverso la spettacolarizzazione del fantastico, scandirà il tempo della presa di coscienza.
Alice attraverso lo specchio, dunque, affonda il suo discorso in campo filosofico, arrivando a discorrere circa l’essenza del Tempo e l’inutilità di ancorarsi al passato. Un altro punto cardine è trattato, ossia la necessità di credere che nulla sia impossibile, motto comune ai due capitoli della saga. Se l’attenzione è rivolta ai diversi aspetti che compongono un fatto, si noterà come, cambiando alcune coordinate di essi, anche i desideri più assurdi o le congetture più pazze possano divenire attuabili… e allora si offre una speranza che può condurre al cambiamento del passato, ma solo se si passa attraverso lo specchio reale del presente.
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