In Terra Ostile: il romanzo postumo di Philip K. Dick
Il romanzo postumo dello scrittore

"Sono nato a Montario" disse Bruce.
"Io lo terrei per me" commento' Lumky.
"Se potesse scegliere" chiese Bruce "dove vorrebbe vivere?"
Lumky fece una smorfia: "Vivrei a Los Angeles."
"Perché?"
"Perché quando vai in un drive in e prendi un latte al malto, la ragazza che te lo porta ha un culo come quello di Marilyn Monroe."
Romanzo "realistico" dell'autore cult Philip K. Dick, In Terra Ostile e' stato scritto nel 1958 e pubblicato postumo nel 1985.
Bruce Steven e' un anonimo rappresentante commerciale costantemente in viaggio sulla costa occidentale: da un motel all'altro, le aspirazioni di un tempo sono finite schiacciate sotto le ruote della sua auto. Tuttavia, il destino ha in serbo per lui l'incontro con Susan, la maestra algida e severa della sua infanzia. Il passato che riaffiora prepotentemente metterà in moto nuove sinergie, i sogni sopiti si riaffacciano scalpitando. Forse, e' ancora possibile crederci, se non fosse che l'amore tra Bruce e Susan trova un ostacolo completamente ignorato: Milton Lumky, rappresentante di materiale da cartoleria, figura ambigua che si vendicherà di Bruce per avergli invaso il territorio.
Il romanzo muove tra la superficie della società regolata su convenzioni di facciata, e quel sotterraneo psichico indomabile, nutrito dai ricordi che riaffiorano ricorrenti in meandri inopportuni. In Milton Lumky Territory, titolo originale dell'opera, si presenta la rara opportunità' di esplorare un territorio geografico, quello dell'Idaho - provincia inerme e sonnolenta, ossia il lato perdente, ma solido, dell'altra faccia d'America - ma anche, soprattutto, la mappa delle pulsioni inconsce: un'impronta confusa imbastita di impressioni fugaci e casuali. Un patchwork angoscioso, tormento esistenziale di un divenire in trappola: Bruce incontrerà Susan ma, grazie a lei, anche Milton, infero e beffardo clone di se stesso, o meglio, della sua stessa proiezione nel futuro: un vissuto tessuto su misura, di solitudine e cinismo senza possibilità di riscatto. O forse, si'...
E con questo rispose alla sua domanda.
"Non pensi che me ne stia seduto a meditare sul culo delle donne" continuo' Lumky con la sua voce roca "Infatti, non ci pensavo da un anno. Ecco cosa ti succede a vivere in Idaho. E che non c'e' niente da fare, leggere o vedere. Ci sono un paio di bar sudici, schifosi e bui, ma e' tutto qui. Forse sono i cappelli da cowboy che mi danno fastidio. Non mi fido mai di uno che indossa un cappello da cowboy. Penso sempre che sia suonato."
Philip K. Dick, In Terra Ostile, Fanucci Editore, pp.281, 17 Euro - ISBN 978-88-347-1629-8
© Riproduzione riservata
Potrebbe Interessarti

Recensione serie tv The Walking Dead: Daryl Dixon
Scopri The Walking Dead: Daryl Dixon

Le Chiavi del Cosmo: in uscita nelle librerie il nuovo thriller di Glenn Cooper
Glenn Cooper trasforma storia e archeologia in avventura e riflessione in un viaggio tra Europa e Asia

Recensione film Downton Abbey: Il gran finale, il culmine dell'acclamata saga
Scopri la recensione dell'ultimo capitolo di Downton Abbey, diretto da Simon Curtis con Hugh Bonneville,

Recensione film Ri gua zhong tian The Sun Rises on Us All di Cai Shangjun
In concorso a Venezia 82

Grido Fatale di Angela Marsons: Un thriller psicologico sospeso tra tensione e inquietudine
Torna la detetive Kim Stone alle prese con un serial Killer in una storia torbida e appassionante

Mostra del cinema di Venezia: recensione film Scarlet
Regia di Mamoru Hosoda

Mostra del cinema di Venezia: recensione film Elisa
Di Leonardo Di Costanzo con Barbara Ronchi e Valeria Golino

Mostra del cinema di Venezia: recensione In the Hand of Dante
Regia di Julian Schnabel con Gal Gadot