The Black Hand: Leonardo DiCaprio interpreterà lo storico poliziotto Joe Petrosino
Cinema / Drama / News - 07 June 2017 15:00
Basato sull'omonimo libro di Stephan Talty, il film racconterà la lotta al crimine organizzato portata avanti da Petrosino a New York nei primi anni del '900
Leonardo DiCaprio produrrà ed interpreterà per la Paramount Pictures "The Black Hand", adattamento dell'omonimo libro scritto da Stephan Talty, ancora inedito nel nostro Paese. Il film racconterà la vera storia di Joe Petrosino, ribattezzato "lo Sherlock Holmes italiano", membro della polizia di New York che nei primi anni del Novecento ha condotto una lotta senza quartiere contro la Mano Nera: con questo nome solitamente si indicano quelle bande di immigrati che praticavano l'estorsione all'interno delle comunità italiane nelle città statunitensi agli inizi del XX secolo.
I produttori di "The Black Hand" saranno Jennifer Davisson, Ellen Goldsmith-Vein e Jeremy Bell per la Gotham Group, e Nathaniel Posey per la Appian Way Productions, ovvero la società di DiCaprio. L’ultimo lungometraggio interpretato da DiCaprio è stato “Revenant” di Alejandro González Iñárritu, grazie al quale è finalmente riuscito ad aggiudicarsi l’Oscar come miglior attore protagonista all’edizione 2016. Di recente l’attore è apparso “Punto di non ritorno – Before the flood”, documentario diretto da Fisher Stevens che affronta il tema del cambiamento climatico. Oltre a Joe Petrosino, prossimamente interpreterà anche Sam Phillips, pioniere dell’industria musicale degli anni ‘50 che ha contribuito a lanciare Elvis Presley, Johnny Cash, e Jerry Lee Lewis.
Una decina d’anni prima de “Il Padrino” e “Mean Streets”, c’era “Pagare o Morire”, uno spietato film in bianco e nero che raccontava la battaglia di Joe Petrosino (che in quell’occasione aveva il volto di Ernest Borgnine) contro gli spietati gangster estorsori della Mano Nera. “Pagare o Morire” non ha lasciato una grande impressione sulla storia del cinema, ma può comunque essere visto come una sorta di “prequel” dei due capolavori citati sopra, proprio come il dominio della Mano Nera viene spesso considerato la fase precedente alla nascita di una vera e propria mafia negli Stati Uniti. Il libro di Stephan Talty (il cui titolo completo è “La Mano Nera: l’epica guerra tra un brillante investigatore e la società segreta più spietata nella storia d’America”) usa uno stile teso, conciso e molto cinematografico per raccontare il racket di rapimenti ed estorsioni tormentava le comunità di immigrati italiani negli Stati Uniti agli inizi del ‘900.
“The Black Hand” ovviamente si sforza molto per fornire un profilo il più possibile dettagliato di Petrosino, un uomo incrollabile nella sua determinazione (Theodore Roosevelt a quanto pare disse di lui che “non sapeva cosa fosse la paura”), che dopo molte difficoltà è riuscito a mettere in piedi una squadra (la cosiddetta “Italian Squad”, che noi oggi chiameremmo una “task force”) di agenti italiani con il preciso scopo di smantellare la Mano Nera, indagando da New York a Palermo. A causa di queste bande, la quotidianità delle “colonie italiane” (così venivano chiamate le comunità di immigrati) era diventata un incubo fatto di bombe, incendi, mutilazioni, massacri e rapimenti di bambini. A tutto questo si aggiungevano il razzismo, e il bigottismo con cui gli immigrati venivano trattati dai “veri” americani; come scrive Talty, “essere italiano in America voleva dire essere già un po’ colpevole”.
Dopo aver assestato una serie di duri colpi al crimine organizzato ed essersi affermato come uno degli agenti più brillanti della polizia di New York, nel 1909 Petrosino è morto in un’imboscata tesagli dalla Mafia a Palermo, dove si trovava in missione top secret. Al suo funerale si contavano circa 250mila persone; Petrosino riposa tutt’ora nel Calvary Cemetery di Woodside, nel Queens.
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