Rufus Wainwright, blasfemo a Sanremo è già nel mirino dei cattolici

Rufus Wainwright, popstar canadese raffinata e malinconica, nelle sue canzoni inserisce spesso versi ad effetto che possono offendere e scandalizzare i più sensibili alle tematiche religiose. Per questo la partecipazione dell'artista canadese al Festival di Sanremo è stata contestata da più di un'associazione.

Blasfemo: così è stato definito il 40enne cantante canadese per i testi di alcune canzoni, soprattutto per quanto riguarda “Messiah gay”, che mescola battesimo e sperma, attesa del Messia gay e porno anni settanta. Insomm, come si suol dire, di tutto un pò.

Festival di Sanremo. Tra le voci dissidenti quella del consigliere Antonio Verro: "non si comprende perché il palco del Festival di Sanremo debba offrire visibilità ad un artista, come Rufus Wainwright, esclusivamente noto per i toni blasfemi delle sue canzoni." E Verro non è certo una voce isolata.

Anche i Papaboys e varie associazioni cattoliche si sentono offesi, e rilanciano con presunte violazioni del Codice Penale. Secondo gli attivisti il repertorio dell’artista entrerebbe infatti nel reato di offese ad una confessione religiosa mediante il vilipendio, previsto e punito dall’art. 403 del Codice Penale.

Beppe Grillo. E Rufus? Non sembra pentito né preoccupato al momento, e sta tranquillamente preparandosi alla performance di sabato. Del resto quella di Wainwright non è l'unica minaccia che incombe sul Festival: questa sera in platea ci sarà Beppe Grillo.

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