Libro Braccialetti rossi. Il mondo giallo di Albert Espinosa: 23 gialli per ognuno di noi

Comics / News - 24 March 2014 16:28

Albert Espinosa, ospite a "Che Tempo che Fa", parla del libro "Braccialetti rossi. Il mondo giallo" da cui è tratta l'omonima fiction, per la regia di Giacomo Campiotti in o

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Braccialetti rossi. Il mondo giallo (Salani editore - Rai Eri) - Albert Espinosa ha convissuto con il cancro, diagnosticatogli a 14 anni, per un decennio grazie all'arte dell'ironia cercando di cogliere il lato positivo delle cose, nonostante le contraddizioni: perdere una gamba significa acquistare un moncone, si può vivere anche con un solo polmone, avere un pezzo di fegato a forma di stella diventa essere uno sceriffo. La fortuna, ricorda Espinosa, è stata quella di essere circondato da adulti che l'hanno trattato come un adulto insegnandogli che non è triste morire, ma non vivere intensamente. Alla vigilia dell'amputazione della gamba, il medico consiglia una festa di addio con persone e aneddoti a riguardo: Espinosa invita un portiere scherzando su 50 goal segnati durante una partita, una ragazza con cui ha fatto "piedino" una volta sotto il tavolo e balla, per l'ultima volta, con l'infermiera su entrambe le sue gambe: in questo modo, grazie a questa festa, spiega, è riuscito a lasciarsi alle spalle la sindrome dell'arto fantasma.
All'ospedale ha compreso che credere nei sogni significa crearli. "Spartirsi" la vita dei pazienti che non ce l'hanno fatta e "moltiplicarsela dentro": la promessa è quella tenere fede ai sogni e alle speranze di quelle persone. Il suo braccialetto rosso, simbolo della malattia, Espinosa lo conserva ancora. Grazie al successo del libro, in Spagna le visite di parenti e amici nei reparti pediatrici sono aumentate del 43%.

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Braccialetti rossi è un libro che può aiutare a vivere meglio in situazioni di grande dolore – sottolinea Fabio Fazio leggendo un passaggio del libro che può addirittura risultare scioccante:
“Ho perso lungo la strada una gamba, un polmone e un pezzo di fegato, eppure devo dire e devo farlo adesso, che per me è stato un periodo felice. Ricordo quegli anni come i più belli della mia vita. Può risultare scioccante vedere due parole come felice e cancro l'una accanto all'altra. Eppure è così”.  
L'autore ci è cresciuto con il cancro. Gli è toccato in sorte e ha deciso di conviverci dandosi la possibilità di evitare la tristezza. Ha un numero perfetto, il 23 - come i dischi delle colonne vertebrali e le pugnalate inferte a Giulio Cesare, “un numero perfetto sia per vivere che morire” - e altrettanti sono i consigli e le scoperte in cui è suddiviso il libro. Il grande disagio oggi è “l'incertezza dei sentimenti” riguardo alle persone che abbiamo accanto: il trucco glielo ha svelato una bambina speciale, affetta dalla sindrome di Down, chiudere gli occhi per qualche secondo e capire l'emozione che ci provoca una persona. Espinosa crede nelle persone che non conosce, crede nei buoni e nella loro vitale energia perché oggi - nonostante il 3% di possibilità di sopravvivenza prospettate - è vivo grazie agli sconosciuti che l'hanno curato.

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Il mondo giallo rappresenta l'amicizia. Ognuno di noi ha 23 gialli, tra l'amore e l'amicizia, che incontrerà in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. È importante amare il caos che alberga in noi, non chiedersi il perché delle cose, ma ascoltarsi.

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