Libri Antico Egitto: Re Narmer e la Dinastia Zero
Comics / News - 06 March 2014 15:47
La civiltà dell'Antico Egitto è la più longeva della storia: ha elaborato nozioni scientifiche e costruito monumenti la cui eredità sopravvive ai giorni nostri. Una tavolet
Egittologia, una Savana nel deserto del Sahara - Nell'altopiano di Gilf Kebir è stata scoperta una grotta con immagini di 9000 anni fa: sono i più grandi dipinti preistorici giunti fino a noi? Le incisioni raffigurano strane creature, scene di ballo, cacciatori, animali come antilopi, struzzi e giraffe che non vivono nel deserto. Strati di detriti e depositi di un antico lago attestano che all'epoca, in pieno Sahara, il clima è diverso: al posto del deserto c'è una Savana. L'ipotesi è che l'avanzare del deserto abbia spostato le popolazioni verso la valle del Nilo dove si stabiliscono e diventano civiltà più longeva della storia.
Il Nilo - L'alta e la bassa marea determina il benessere della popolazione. L'Isola di Elefantina è il luogo sacro più antico d'Egitto: qui si venera Satet, dea delle maree. Per gli Antichi Egizi, il Nilo scorre a seconda della benedizione della divinità. Il re è decisivo in questo processo: intermediario tra gli dei e gli uomini, si assicura il favore delle divinità tramite riti propiziatori.
A Khartoum, il Nilo Azzurro confluisce nel Nilo Bianco per formare il fiume più lungo del mondo. Una volta all'anno, d'estate, il Nilo straripa seminando abbondanza o distruzione a seconda del livello delle precipitazioni. I primi coloni imparano in fretta a convivere con le maree. I discendenti della Dinastia Zero realizzano persino un “nilometro” per prevedere il livello dell'acqua - non deve straripare né poco né troppo - e calcolare le tasse imposte agli agricoltori.
I residui che annualmente il Nilo deposita producono l'agricoltura più ricca del pianeta e vengono utilizzati nell'edilizia: il fango del Nilo è un dono prezioso gestito con la costruzione di dighe e canali di irrigazioni attraverso metodi usati ancora oggi. Ai tempi della Dinastia Zero c'è grano sufficiente per sfamare un'intera popolazione: è un prodotto di esportazione e di scambio in una civiltà fondata sulla cooperazione e la specializzazione del lavoro.
Il Nilo rappresenta anche la via di trasporto attraverso cui raggiungere ogni villaggio per mezzo della imbarcazioni – si naviga verso sud sfruttando il vento, verso nord con la corrente: modelli di imbarcazioni sono ritrovati nelle tombe a testimonianza della loro importanza. Tutti ne possiedono una, quelle piccole di papiro servono a spostarsi da una sponda all'altra del fiume, quelle grandi - realizzate con asse di legno assemblate con una tecnica per tagliare le onde - uniscono il Paese.
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La tavoletta di Narmer - L'Egitto del Nord è costituito dai Principati del Delta, a sud c'è il Regno di Narmer. La tavoletta di Narmer, scoperta alla fine dell'Ottocento, racconta del re Narmer che occupa i principati del Delta e li annette al suo regno dando inizio alla Dinastia Zero: raffigura il re che colpisce il nemico con la sua ascia da guerra, mentre un altro prigioniero è trascinato per il naso e dei papiri - simbolo del Basso Egitto - escono dalla sua schiena. La tavoletta narra di un atto di forza, ma alcuni egittologi sono più propensi a credere che i vari capi tribù abbiano lottato tra loro per generazioni. Altri, invece, ipotizzano che l'Antico Egitto, come lo conosciamo oggi, sia il risultato di un lungo periodo di assimilazione tendenzialmente pacifica.
Abido, città sacra - Qui, sepolcri più antichi, risalenti a 4000 anni fa, convivono con le tombe dei faraoni. In questo antico cimitero, gli archeologi scoprono la tomba di re Narmer: è modesta, in un fossato circondato da muri di mattoni, non sembra progettata per cavalcare indenne i millenni. Queste considerazioni mettono in crisi gli Egittologi: il sepolcro di re Narmer, fondatore del regno unificato, è sospettosamente anonimo rispetto alle tombe epiche dei faraoni, tanto potenti da essere considerati delle divinità, progettate grazie alla manodopera di migliaia di schiavi soltanto alcuni secoli dopo.
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La battaglia di Narmer - La tavoletta documenta una battaglia che ha diviso gli storici per molto tempo. Ritrovata a 250 km a sud di Abido, a Hierakonpolìs, Alto Egitto, nel tempio della ribattezzata Nekhen: è il più grande centro abitato dell'epoca per cinque secoli. Il deserto riporta alla luce fabbriche di birra e panifici, un cimitero riservato alle élite con circa 200 tombe dove sono sepolti anche antilopi, due elefanti e alcuni cani simboleggianti il potere, la ricchezza e il controllo sulla natura. La città si estende cinque km lunghe le rive del Nilo, ha una fiorente economia basata sul commercio e la cooperazione. Non sembra dedita alla guerra.
La tavoletta, tuttavia, contiene molti dettagli per una rappresentazione meramente simbolica. E il ritrovamento di altri reperti chiariscono i dubbi in merito: un minuscolo pezzo di argilla con la data di una consegna di un carico di olio nell'anno in cui Narmer sconfigge il popolo del papiro - all'epoca, gli Egizi contano gli anni in base a episodi importanti, in questo caso, la battaglia di Narmer - e molte incisioni su pietra disseminate in molte regioni narranti una stessa storia, un re che raggiunge ogni angolo d'Egitto.
All'epoca, le rotte commerciali verso l'Oriente per il delta acquistano importanza: il dominio del nord è necessario per sviluppare l'attività mercantile. La battaglia di Narmer, mai documentata, sembra aver avuto luogo: 5000 anni fa, essa unifica e trasforma l'Egitto da qualche parte del delta del Nilo.
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La mazza cerimoniale di Narmer, scoperta insieme alla tavoletta, rappresenta una sfilata vittoriosa con Narmer incoronato e seduto su un baldacchino. Dietro il re, giungono i portatori di emblemi. Un geroglifico ne attesta il bottino: centoventimila prigionieri, un milione di capre, quattrocentomila capi di bestiame.
Sulla tavoletta il re osserva le vittime: sono decapitati e castrati, segno di una strategia di guerra condotta anche da un punto di vista psicologico. Sulla parte anteriore, Narmer porta la corona (bianca) dell'Alto Egitto, sul retro quella (rossa) del Basso Egitto: probabilmente ha portato a termine ciò che i suoi predecessori hanno iniziato: il fiore di loto, simbolo del sud, si unisce al papiro, simbolo del nord. Il Regno di Narmer segna un punto di svolta, il passaggio dal periodo predinastico a quello dinastico lungo tremila anni e trentuno dinastie faraoniche.
L'Antico Egitto diventa il primo impero e il primo stato territoriale della storia.
Pubblicazioni - Per approfondire l'argomento: “La nascita dello Stato nell'Antico Egitto: la Dinastia Zero” di Silvia Vinci (La Mandragola), “Prima delle Piramidi. Alle origini della civiltà Egizia” di Natale Barca (Ananke), “L'Antico Egitto. Storia di un Impero millennario” di Toby Wilkinson (Einaudi), “Il grande libro dell'Antico Egitto” di Alessandro Bongioanni (DeAgostini), “Antico Egitto” di Salima Ikram (Ananke), “Archeologia dell'Antico Egitto” di Kathryn Bard (Carocci), “Complessi piramidali Egizi Vol. 5: Necropoli di Abido, Abusir Zawiet el Aryian” di Riccardo Manzini (Ananke).
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