Jackie, 'Pablo Larrain con immagini esprime sentimenti ansiosi': intervista all'attrice del film Hélène Kuhn

Cinema / News - 24 February 2017 07:30

Mauxa ha intervistato Hélène Kuhn, attrice del film "Jackie" diretto da Pablo Larrain.

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Film Dog Days

Jackie è il film di Pablo Larrain con Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig, Billy Crudup, John Hurt e Caspar Phillipson (leggi la recensione del film).

Il film racconta dei giorni successivi all’assassinio del Presidente degli Stati Uniti John Kennedy: la moglie Jackie è assillata dai giornalisti, dalle decisioni impellenti da assumere, sia personali che politiche. Tutto ciò avviene mentre il vestito che indossa è ancora sporco del sangue del marito ucciso.

Mauxa ha intervistato Hélène Kuhn, attrice che nel film interpreta Pamela Turnure. Hélène ha lavorato anche alla serie tv “Dassault, l'homme au pardessus” e “Rosemary's Baby” (2014).

D. Hai recitato nel film "Jackie" nel ruolo di Pamela. Ci puoi raccontare il tuo personaggio?

Hélène Kuhn. Pamela Turnure era l’addetta stampa di Jackie Kennedy alla Casa Bianca. Si dice che lei abbia avuto una storia d'amore con John Kennedy per due anni prima che fosse assassinato.

D. Sul set come avete lavorato con Pablo Larrain?

H. K. Pablo Larrain e la produzione hanno effettuato una perfetta ricostruzione della Casa Bianca, così come il circolo sociale in cui viveva Jackie. Il mio ruolo per questo motivo era essenziale per il film. Pablo Larrain ci ha dato indicazioni sul nostro rapporto con Jackie Kennedy, così come con John Kennedy in quel momento. Quindi c'era una tensione evidente, avvertita sul set: tutti i personaggi hanno un rapporto molto specifico per Jackie. Il set del film sembrava un grande Cluedo psicologico gigante. Pablo è un creatore di personaggi brillante.

D. Il film racconta anche come reagire alla sofferenza. Sei d'accordo?

H. K. Il film dipinge un grande quadro sull'ansia della morte e sul vuoto che rappresenta. Il buco nero creato. Come si fa a far fronte a ciò? Soprattutto essendo così pubblicamente esposti? La posizione di voyeurismo che Pablo pone al pubblico è molto brutale. Noi tutti abbiamo vissuto momenti di lutto. E le scelte estetiche di Pablo sono realizzate con la pellicola, girando con vecchie lenti: questa scelta è motivata dalla necessità di trasmettere questo senso di sofferenza, claustrofobico. Ovvero esprimere sentimenti ansiosi attraverso l'immagine.

D. Hai lavorato anche in serie tv "Jezabel". Come è stata l’esperienza?

H. K. “Jezabel” è un progetto di cui sono molto fiera. Ho lavorato su questo progetto dal 2012, e finalmente ha ottenuto il riconoscimento da parte del pubblico. Jezabel è una giovane musicista muta, sta attraversando una crisi di identità e creatività nella sua vita. Mediante la musica supera le sue paure, affronta la sua esistenza. È una metafora dei giovani d’oggi, della voce necessaria per esprimere la propria rabbia e la creatività di esistere nella società di oggi.

D. La web serie è già alla seconda stagione.

H. K. Sì, le riprese della webserie sono molto interessanti: brevi e intense, e permettono una maggiore libertà creativa. Il media delle webserie si sta sviluppando molto, ed è stata l'occasione perfetta per girare una serie efficiente e breve. Anche se preferisco il cinema.

D. Ti piace leggere?

H. K. Sono una grande lettrice, ultimamente sto divorando i romanzi giapponesi. Ora sto leggendo Yasunari Kawabata, "The House of the Sleeping Beauties” (“La casa delle belle addormentate”), nonché i racconti di Edowaga Ranpo e Yoko Ogawa. Sempre nel tempo libro mi piace fare lunghe passeggiate, la mia casa è il mio tempio: amo cucinare e lavorare a casa mia. Mi piace anche viaggiare, quando posso: "Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina”.

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