Il David di Michelangelo, impugna un fucile da 3mila dollari ma è illegale
Daily / News - 09 March 2014 20:08
Il David di Michelangelo che è usato per una pubblicità di un'azienda di armi statunitense stava facendo discutere. Per il Ministro della Cultura Dario Franceschini l'immagine è i
Il David di Michelangelo non può imbracciare un fucile. L'opera creata dallo scultore fiorentino infatti è commentata in queste ore perché appare mentre stringe un'arma per una campagna pubblicitaria, così come diffusa negli Stati Uniti.
Dario Franceschini. Il Ministro della cultura Dario Franceschini ha espresso il disappunto per la pubblicità che ArmaLite, azienda che produce armi con sede nell'Illinois ha scelto di realizzare con il capolavoro di Michelangelo per promuovere un fucile. Nell'immagine il David stringe un modello AR-50A1, stretto tra le sue braccia e puntato in alto. Il prezzo le fucile è di 3359 dollari.
Pubblicità illegale. Dario Franceschini ha ribadito infatti che la pubblicità è offensiva e viola la legge. Inoltre lo slogan che campeggia accanto all'immagine allude alle prodezze dell'arma alludendo all'estetica del David di Michelangelo: lo slogan è "un'opera d'arte". In un tweet Franceschini ha affermato che l'Italia "farà ricorso contro la società americana in modo che ritiri immediatamente la sua campagna".
La polemica. La medesima curatrice del patrimonio storico e delle Belle Arti, Cristina Acidini ha effettuato una richiesta alla ArmaLite di ritirare l'immagine, dicendo che travisa l'opera d'arte. Angelo Tartuferi, direttore della Galleria dell'Accademia di Firenze dove la statua è in mostra in un'intervista a la Repubblica ha affermato che "la legge dice che il valore estetico del lavoro non può essere distorto".
Michelangelo. Il David di Michelangelo è stato scolpito in marmo tra il 1501 e il 1504. Fu originariamente commissionato come parte di una serie di statue da collocare lungo la linea del tetto del Duomo di Firenze, ma è stato invece collocato al di fuori di Palazzo Vecchio. Il David fu spostato alla Galleria dell'Accademia di Firenze nel 1873, e una replica fu poi collocata nella posizione originaria.
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