Hell or High Water, il film rivelazione senza bene né male con Jeff Bridges e Chris Pine
Cinema / Thriller / News - 23 September 2016 12:03
Jeff Bridges e Chris Pine sono i protagonisti del film "Hell or High Water", che ha ottenuto successo di pubblico e critica.
Hell or High Water è certamente il film che maggiormente si è fatto notare in questo fine mese negli Stati Uniti.
Diretto da David Mackenzie (“Il ribelle - Starred Up”, 2013) e interpretato da Jeff Bridges, Chris Pine e Ben Foster è distribuito da CBS Films e Lionsgate. La sceneggiatura è vincitrice della Blacklist del 2012, scritta da Taylor Sheridan. Lo stesso sceneggiatore ha scritto “Sicario” (2015) di Denis Villeneuve, nonché è attore della serie “Sons of Anarchy”.
La storia vede la collisione del Vecchio e del Nuovo West: i due protagonisti sono Toby (Pine), padre divorziato che tenta di preparare una vita migliore per il figlio e il fratello Tanner (Ben Foster), ex detenuto irascibile. Sulla proprietà pende anche un’ipoteca, lasciata dalla madre: se i due non pagheranno il mutuo la banca otterrà il terreno. I due decidono così di effettuare dei furti in banca, anche come mezzo per stringere quel futuro che anni di difficoltà sembrano aver sottratto.
A catturare i due ladri sono chiamati due Texas Ranger, Marcus Hamilton (Bridge) e Albert Parker (Gil Birmingham). Marcus in particolare è alla ricerca di ultimi trionfi prima del suo pensionamento. Tanner decide di eseguire la rapina, anche se la banca è piena di clienti, molti dei quali armati: uccide la guardia e un cliente. I fratelli riescono nella rapina, ma tra i due nascono dei sospetti. È Toby che alla fine si scopre aver organizzato una trama per dare una vita dignitosa ai figli.
Il film ha incassato in pochi giorni 26.5 milioni di dollari, entrando nella classifica dei primi dieci. È certamente il tema del riscatto quello che più addenta lo spettatore, per come si pone in maniera cinica: è giusto sbagliare, per salvare i propri cari? A questa domanda il film da una risposta affermativa.
Molti critici hanno visto nel connubio tra storia elegiaca ed emozionante il punto di forza del film, vicenda di fratellanza nella “dura bellezza della terra” (The Wall Street Journal), in un momento in cui le connessioni umane mutano velocemente, e i colori tra giusto e sbagliato sbiadiscono.
Per il Los Angeles Times lo spettatore entra in empatia con i personaggi, il cui studio psicologico vale come quello sociale.
È proprio il paesaggio un terzo personaggio, che consiglia le azioni: le riprese si sono realmente svolte a Eastern New Mexico, terra desolata. Nei paesi poco popolati di Quay e Guadalupe, nella Alamogordo Valley. Quest’ultimo è un luogo atavico, abitato da almeno 11.000 anni, con resti della cultura Clovis e Folsom. Con medesimi istinti di sopravvivenza che echeggiano nel film.
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