Guida Michelin 2014, premiato lo chef Romito
Presentata a Milano l\'edizione italiana annuale del libellum magnum della cucina internazionale. Tra migliaia di esercizi commerciali recensiti, la Bibbia dei golosi indica i locali e gli addetti ai

La Guida Michelin italiana edizione 2014 è stata presentata a Palazzo Giureconsulti in pieno centro di Milano. Per l\'edizione numero 59, sono stati recensiti oltre 6500 esercizi commerciali dislocati in più di duemila comuni. La novità più rilevante è stata la promozione del ristorante Reale di Castel di Sangro, in Abruzzo, nell\'Olimpo del club delle tre stelle, il massimo riconoscimento elargito dalla guida alberghiera e gastronomica più prestigiosa al mondo.
La notizia ha portato al settimo cielo Niko Romito, lo chef abbruzzese che gestisce il Reale, visibilmente commosso al momento della premiazione. \"È semplicemente la realizzazione di un sogno\", ha commentato Romito, \"un risultato meraviglioso. Voglio condividere questa gioia con mia sorella Cristiana e con la mia instancabile squadra, perché questa è senza dubbio la vittoria di un gruppo.\"
Niko ha preso il timone del Reale ancor prima di acquisire la laurea in Economia, diversi anni fa. Ha sviluppato con passione, talento e competenza le caratteristiche del suo locale, fino ad ottenere la prima stella Michelin appena sette anni fa. Contemporaneamente si è indirizzato verso la formazione, aprendo il proprio ristorante a chi volesse imparare la professione di chef tramite corsi di specializzazione. I risultati non hanno tardato ad arrivare, con la Niko Romito Formazione e lo spazio di cultura gastronomica noto come Unforketable.
L\'edizione di quest\'anno della Michelin conferma uno stato di grazia della cucina italiana: è infatti quella con il maggior numero di ristoranti a tre stelle, ben otto. Non ci sono solo le eccellenze a far sorridere i golosi, ma anche i ristoranti con due stelle, sintomo di ottima cucina. Chef come il marchigiano Stefano Baiocco, che opera sul Lago di Garda, o Enrico Bartolini, cresciuto nella cucina de Le Calandre, o Vincenzo Candiano, cuoco della Locanda Don Serafino ad Ibla, nel ragusano, o ancora il Duomo di Ciccio Sultano.
Un trionfo che non spegne i sospetti sulla non certa affidabilità e limpidezza della Guida, come ad esempio nel corso delle polemiche sul numero effettivo degli ispettori e sull\'obiettività rispetto alla cucina francese, da molti considerata come aprioristicamente favorita rispetto a quelle di altri paesi, in primis quella italiana. Del resto, come spesso si dice, la perfezione non è di questo mondo.
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