Barbie, Amy Schumer rinuncia al film sulla bambola più famosa del mondo

Cinema / Comedy / News - 29 March 2017 15:00

La Mattel punta molto su questo progetto per dare una scossa alle sue vendite in forte calo, ma la produzione si sta rivelando più travagliata del previsto

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Amy Schumer ha ufficialmente abbandonato “Barbie”, il film live-action con cui Mattel e Sony porteranno per la prima volta sul grande schermo la bambola più famosa del mondo. Il suo coinvolgimento era stato annunciato lo scorso dicembre, ma l’attrice ha rinunciato dicendo di non essere riuscita a conciliare il progetto con gli altri suoi impegni.

La premessa del film ricorda un po’ il “Come d’incanto” della Disney: Barbie infatti viene espulsa da Barbieland perché ritenuta troppo anticonformista e, ritrovandosi a vivere mille avventure nel mondo reale, capisce che “la perfezione è legata all’interiorità, non all’aspetto” e che “il segreto per essere felici consiste nel credere in sé stessi, liberi dall’obbligo di dover rispettare degli irraggiungibili quanto arbitrari canoni di perfezione”. Una volta maturata questa consapevolezza, Barbie tornerà a Barbieland per aiutare tutti i suoi abitanti.

Il film originariamente sarebbe dovuto uscire nei primi mesi del 2017, ma la produzione si è rivelata un po’ più travagliata del previsto. Jenny Bricks (“Rio 2 – Missione Amazzonia”) ha firmato la prima bozza di sceneggiatura, ma da allora lo script è passato da una revisione all’altra: nel marzo 2015 la Sony ha incaricato Diablo Cody (autrice di “Juno”) di dare un tono “più moderno” al personaggio; poi è stata la volta (secondo i rumors) di Bert Royal, Hilary Winston and Lindsey Beer, e infine della stessa Schumer e della sorella, Kim Caramele.

Nonostante “Barbie” non abbia ancora un regista, la data di uscita è fissata al 29 giugno 2018 – e a quanto pare né la Sony né la Mattel ammetteranno ulteriori ritardi, perché tutto il merchandise legato al film è già andato in produzione. Per la Mattel si tratta di un’occasione d’oro per attirare l’attenzione dei bambini attraverso un nuovo canale di diffusione, dopo 60 anni passati a promuovere la loro bambola tramite spot televisivi, app, videogiochi e film prodotti per il mercato dell’home video. È un rilancio necessario per un’azienda che sta cercando in tutti i modi di rinnovare il suo brand e di stare al passo con un pubblico sempre più “nativo digitale”, e sempre più difficile da stupire e conquistare.

Barbie compie 58 anni nel 2017, e non ha certo bisogno di presentazioni. Da decenni rappresenta uno dei cardini del mercato delle cosiddette “fashion doll”, e nonostante nel tempo sia stata protagonista di numerose controversie (anche legali), ha avuto un impatto innegabilmente significativo sulla cultura e sulla società, offrendo nuove prospettive di indipendenza femminile e promuovendo, con i suoi infiniti accessori, uno stile di vita lussuoso, idealizzato, prettamente consumistico.

L’intuizione geniale della sua creatrice, Ruth Handler, è stata quella di creare un prodotto che colmasse un vuoto nel mercato dei giocattoli di allora. Negli anni ‘50, infatti, le bambole erano perlopiù bebè che le bambine dovevano cullare e allattare; ma la Handler aveva notato che alla figlia, mentre giocava, piaceva attribuire loro ruoli da adulti. Così, dopo essere partita come modella, negli anni Barbie è stata un’astronauta, un chirurgo, un’atleta, una sciatrice, un’istruttrice di aerobica, una giornalista, una veterinaria, una rockstar, un pilota, una diplomatica, una candidata presidenziale, una bagnina, una dentista… e infinite altre cose. Non deve stupire che, a poca distanza l’uno dall’altro, escano un film su “Wonder Woman” e uno su “Barbie”: le due icone rappresentano uno dei tanti volti dell’ondata femminista che, seppur con risultati alterni, sta cercando di migliorare la visione della donna offerta dal cinema.

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