Banat - Il viaggio, 'il protagonista del film compie una fuga obbligata': intervista all'attore Edoardo Gabbriellini

Cinema / News - 10 April 2016 11:42

Banat - Il viaggio è il film di Adriano Valerio: Edoardo Gabbriellini è il protagonista maschile. Mauxa l'ha intervistato, raccontando anche del tema della fuga.

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Banat - Il viaggio è il film di Adriano Valerio nelle sale dal 7 aprile 2016, distribuito da Movimento FIlm. Nel cast ci sono Edoardo Gabbriellini, Elena Radonicich, Piera Degli Esposti ed Stefan Velniciuc. La sceneggiatura è dello stesso Valerio con Ezio Abbate.

La trama segue la vicenda di Ivo (Gabbriellini) e Clara (Radonicich): vivono a Bari, lui è agronomo ed accetta un’offerta di lavoro in Romania. I due s’incontrano nell’appartamento della Signora Nitti, essendo lui l’affittuario uscente e lei la nuova inquilina.
Ivo parte per la Romania, Clara quando perde il lavoro in un cantiere navale è pronta a raggiungerlo, condividendo l’estraniamento in una terra sconosciuta, l’inizio di un sentimento d’amore a Banat, sulle spiagge del Mar Nero.

Mauxa ha intervistato il protagonista Edoardo Gabbriellini, che racconta come sia sia avvicinato a questo personaggio. “In maniera istintiva. Ho empatizzato subito con Adriano Valerio, il regista piuttosto che con il personaggio. Ho cercato di portare quello avevo di mio in Ivo, personaggio che è in cerca di un equilibrio”.

In "Banat" - prodotto da Rai Cinema - emerge il tema della fuga, con una emigrazione in terre raramente scelte per lavorare; Banat è una regione storica tra Serbia, Romania e Ungheria. “Sembra una fuga obbligata - dice Edoardo - Ivo rimarrebbe un buon vitellone, resta in quel magma di elementi. La Romania diventa un luogo imponente per lui”.

D. Edoardo, tu condividi il tema della fuga?

R. “Personalmente condivido ogni forma di fuga, anche quella vigliacca. È una cosa che fa parte del mio DNA: nello specifico quella che fa Ivo è una fuga obbligata. Assolutamente condivisibile. È condivisibile la sua paura? Per me sì, non sapendo cosa troverà, in una terra da cui fino a poco fa gli abitanti venivano via”.

Edoardo racconta poi il rapporto lavorativo con il regista Adriano Valerio e la protagonista femminile, Elena Radonicich. “Siamo stati davvero a spasso tra Romania, Bulgaria e Macedonia. Il film è molto piccolo, low buget, quindi spesso anche facile da realizzare. La troupe era affiatata, con attori e maestranze che avevano fede nel progetto. C’era la goduria di andare oltre nell’idea stessa di lavoro. Ci pensavo proprio in questi giorni: un anno fa eravamo in giro in mezzo al freddo, in Romania e lo ricordo con piacere. Settimane intense, mi sono molto divertito, grazie anche ad Adriano”.

Edoardo Gabbriellini ha lavorato come regista in “Padroni di casa” (20129, film con Gianni Morandi, Valerio Mastandrea ed Elio Germano. I prossimi progetti sono ancora da regista: “Stiamo chiudendo una serie per Sky che ho diretto, che andrà in onda a Maggio. ‘Dov’è Mario’ s’intitola, in quattro puntate con Corrado Guzzanti. Si tratta di una serie comica”.

Riguardo alla recente diversificazione della nostra cinematografia, con film che sanno esulare dal genere imperante della commedia Edoardo è fiducioso: “È un discorso lungo e complicato. L’ultimo esempio di un film come ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’ va a soddisfare la domanda di un altro pubblico. Molto dipende dalla domanda della produzione e distribuzione. Credo che ci sia anche maggiore attenzione nel distribuire all’estero i nostri prodotti. L’unica cosa preoccupante è di come vengono distribuiti i budget, che sono sempre meno”.

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