Babbo Natale esiste e sta per arrivare: ma qual è la sua storia?
Daily / News - 17 December 2013 12:00
Babbo Natale, questo omone panciuto dal volto buono, la folta barba bianca e il vestito rosso, quali antiche origini ha? Tutte le versioni del Babbo Natale moderno derivano dallo stesso personaggio st
Dalle finestre, porta o camino, lui entra nelle case di notte pian pianino per non farsi sentire. Tranquilli, il suo intento non è quello di portarsi via tv e gioielli! Tutt’altro, lui arriva per lasciare doni a grandi e piccini. Di chi stiamo parlando? Ma di Babbo Natale, personaggio mitico avvolto da un alone di mistero che distribuisce regali ai bambini la sera della vigilia di Natale.
Ma questo omone panciuto dal volto buono, la folta barba bianca e il vestito rosso, quale antiche origini ha? Tutte le versioni del Babbo Natale moderno (Santa Claus in inglese) derivano dallo stesso personaggio storico: il vescovo, poi divenuto anche santo, San Nicola di Bari o Nicola della città di Myra (nell\'odierna Turchia), di cui si racconta che ritrovò e riportò in vita cinque fanciulli che erano stati rapiti e uccisi da un oste e che per questo era considerato il protettore dei bimbi. La leggenda di San Nicola è alla base della grande festa nederlandese di Sinterklaas (il compleanno del Santo) che, a sua volta, ha dato origine al mito ed al nome di Santa Claus nelle sue diverse varianti. Il Babbo Natale dell’epoca moderna è un mix di tutte le rappresentazioni pre-moderne del portatore di doni, di ispirazione religiosa o popolare, con un personaggio britannico già esistente. Esso risale almeno al XVII secolo e ne sono rimaste delle illustrazioni d\'epoca in cui è rappresentato come un signore barbuto e corpulento, vestito di un mantello verde lungo fino ai piedi e ornato di pelliccia. Questa figura intendeva rappresentare lo spirito della bontà del Natale e la ritroviamo nel Canto di Natale di Charles Dickens sotto il nome di Spirito del Natale presente.
Ma come mai Babbo Natale nel corso degli anni ha cambiato look, svestendo il suo mantello verde per indossare un abito color rosso? Secondo alcuni (tra cui il Sini) il vestito rosso di Babbo Natale sarebbe opera della Coca-Cola, la quale lo utilizzò negli anni \'30 per la sua pubblicità vestendolo in bianco e rosso proprio come la scritta della sua famosa bibita. Questa teoria non è però veritiera in quanto storicamente la Coca-Cola non fu la prima ad usare la figura moderna di Babbo Natale nelle sue pubblicità, ma venne preceduta dalla White Rock Beverages per la vendita di acqua minerale nel 1915 e per la vendita di ginger ale nel 1923. Inoltre, ancor prima di queste pubblicità, la figura di Babbo Natale apparve vestita di rosso e bianco in alcune copertine della rivista Puck nei primi anni del ventesimo secolo.
L’anziano signore dal volto rubicondo e sempre sorridente è atteso soprattutto da loro, i bambini. Come può non affascinare i più piccoli la legenda a lui legata, che lo vede il 24 dicembre seduto sulla slitta trainata dalle renne, in viaggio nel cielo dal Grande Nord pronto a rendere felice ogni bambino del mondo con i suoi regali. E dopo il tanto viaggiare saranno sicuramente stanchi e affamati, ed ecco che sopra il tavolo ogni bambino lascia una tazza di latte e biscottini affinché Babbo natale e le sue amate renne possano rifocillarsi. Gli adulti (genitori e insegnanti) incoraggiano i bambini aiutandoli a mettere in scena questo ‘teatrini’ affinché i bambini continuino a credere all’esistenza di Santa Claus. Ma è giusto questo atteggiamento dei più grandi? Il professor Fulvio Scaparro, psicoterapeuta, afferma di sì: “E perché noi crediamo a un’infinità di cose prive di fondamento? Perché ci lasciamo abbindolare da una serie infinita di false credenze e pregiudizi? Perché rimaniamo intrappolati in stereotipi totalmente falsi e che nulla hanno a che vedere con la presunta razionalità di cui tanto ci gloriamo? E Babbo Natale paga pegno per tutti...”. Scapparo continua dichiarando che i bambini hanno bisogno di credere a Babbo Natale “perché la sua è una bella storia, legata alla tradizione. Rassicura, perché fa parte di un rito e quindi, come tutti i riti, dona tranquillità e serenità e, al tempo stesso, costituisce una sorpresa entusiasmante (…). E poi permette al bambino di sognare, di immaginare e fantasticare. E’ magico e noi non potremmo vivere senza fantasia.”
Il professore rassicura che il piccolo non rimane ‘scioccato’ alla scoperta che Babbo Natale non esiste: “Quando smetterà di crederci, significa che è giunto il momento. Sarà contento di averci creduto fino ad allora. Sostituirà, così, questa bella storia con altre credenze fantastiche e terrà in serbo per il futuro, per i suoi bimbi, la fantastica leggenda di Babbo Natale.”
Il 24 Dicembre è vicino è non c’è da per tempo: forniti di carta e penna, mettiamoci comodi e pensiamo a cosa chiedere in dono al generoso Babbo.
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