Animali Notturni, i due volti del film di Tom Ford
Cinema / News - 16 November 2016 07:30
"Animali Notturni" è il film di Tom Ford con Amy Adams e Jake Gyllenhaal.
Animali Notturni (“Nocturnal Animals”) di Tom Ford è uno dei film prodotti ad Hollywood che più ha fatto discutere nel 2016. Esce il 17 novembre al cinema, ed è stato presentato al Festival del Cinema di Venezia (leggi la recensione del film).
La storia racconta di una messa in abisso, ovvero si tratta di un film che racconta di un’altra storia, romanzata. Susan Morrow (Amy Adams) è una gallerista d’arte moderna, fintamente felice perché il marito Hutton Morrow (Armie Hammer) nasconde i propri tradimenti. Riceve un manoscritto dall’ex marito Edward Sheffield (Jake Gyllenhaal), legge il romanzo con l’intento di contattarlo: la storia è dedicata a lei, racconta di Tony Hastings (sempre Gyllenhaal) che viaggiando nella notte texana con la famiglia è assalito da tre ladri d’auto. Uno dei delinquenti, Ray Marcus (Aaron Taylor-Johnson) rapisce la moglie e la figlia, e Tony è lasciato nel deserto: il giorno dopo Tony denuncia l’accaduto al Tenente Bobby Andes (Michael Shannon). Con lui cerca la famiglia e scopre l’orrenda verità. Da qui inizia il suo percorso di vendetta nei confronti di Marcus.
Mentre Susan legge questo romanzo intitolati “Nocturnal Animals”, echeggiano i momenti di matrimonio con l’ex marito Edward, le ambizioni della madre che disapprovava la relazione con questo aspirante scrittore fallito, il desiderio di Susan di far funzionare il matrimonio e la separazione finale, causata da lei medesima quasi compiendo la profezia della madre. Il libro di Edward si configura come una sofferta vendetta, cui Susan cerca di porre rimedio con un appuntamento conciliatore.
Nel film sono due i mondi contrapposti, quelli atavici del Texas e quelli opulenti di Los Angeles. Lo stesso Tom Ford afferma che “essendo cresciuto in Texas e in New Mexico, la parte della storia che si sviluppa nel Texas occidentale è stata facile da scrivere per me, e il mondo in qualche modo rarefatto in cui vive Susan a Los Angeles mi è fin troppo familiare”. Così le due metà si conciliano, sono solo narrative ma anche scenografiche.
Jake Gyllenhaal racconta di come questi due aspetti siano stati fusi in maniera lineare dal regista. “Tom Ford aveva veramente chiaro cosa raccontare, già nella sceneggiatura”. Quest’ultima è tratta dal romanzo Tony and Susan di Austin Wright: “Aveva anche chiaro quali dovessero essere i vari punti di vista - dice Gyllenhaal - Inoltre lui ha grande rispetto per gli attori, per tutto il processo lavorativo. Ma allo stesso tempo fa attenzione allo specifico filmico, a come visualizzare la scena”. Amy Adams ribadisce come la stessa scenografia “abbia sottolineato alcune emozioni della persona”.
Il romanzo di Austin Wright - professore di Letteratura scomparso nel 2003 - è stato modificato da Tom Ford, tentando di amplificare i temi del libro per ingigantirli: ad esempio il romanzo si sviluppa come monologo interiore nella mente di Susan, cosicché nel film si sono create scene della sua vita che veicolassero i sentimenti, senza ricorrere alla voiceover.
Le riprese si sono svolte nel deserto del Mojave, a 160 chilometri da Los Angeles. Per la città invece si è scelto Bel Air, Holmby Hills, Malibu, Pasadena e Beverly Hills. I momenti in cui Susan rievoca l’incontro nevoso newyorkese con Edward sono state ricreate a Wilshire Boulevard. A ciò si aggiunge la fotografia di Seamus McGarvey, che ha lavorato anche a “The Avengers” e alla serie tv “Black Mirror”. McGarvey ha realizzato schemi delle varie inquadrature, così da alternare la dimensione intima del racconto a quella epica.
II romanzo fu scritto nel 1993, e non ebbe molto successo. Fu ristampato nel 2010 in Gran Bretagna con il titolo “Nocturnal Animals” e rispose un inatteso successo, così da essere pubblicato nuovamente anche negli Stati Uniti. Faceva uso di mezzi di comunicazione dell’epoca: Tom Ford invece fa stringere i cellulari ai suoi protagonisti, tanto che in alcune scene loro non possono telefonare perché non c’è campo, come accade tuttora in alcune zone del Texas.
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