Il New York Times dipinge l'Italia: 'La vita è sempre meno Dolce'
Daily / News - 18 February 2009 13:16
"Quando la Ue cresce, l'Italia cresce meno e quando le altre economie si contraggono l'Italia si contrae di più. Un Paese un tempo ammirato per il suo dinamismo e la sua inventiva sta diventando più povero dei suoi vicini". (The Economist, 20 novembre 2008).
Eccola la nostra Italia. Un cane bastonato, impaurito e pronto a ringhiare solo per paura di essere attaccato. Ecco il nostro bel paese, in cui secondo il New York Times, oggi: "La vita è sempre meno Dolce": gli italiani non si amano più e la loro nuova parola d'ordine, nonostante abbiano inventato l'arte di vivere, è "malessere".
"L'Italia", continua il New York Times, "ha tracciato il proprio modo di appartenere all'Europa, lottando come pochi altri paesi, con una politica frammentata, la mancanza di crescita, la criminalità organizzata e un debole senso dello Stato. Ora la frustrazione sta crescendo perché queste vecchie debolezze non migliorano, mentre il mondo sorpassa il paese".
Siamo il paese in cui l'utilizzo di Internet è tra i più bassi in Europa, così come gli investimenti esteri e la crescita. Le pensioni, il debito pubblico e i costi del governo, invece, sono tra i più elevati del vecchio continente. I debiti colpiscono le famiglie: il 70% degli italiani tra i 20 e i 30 anni vivono ancora a casa e alla fine, i più bravi lasciano il paese. E così le nostre ‘luci' vanno a illuminare altre terre, più feconde e generose. E questo malessere si estende in tutti i campi, anche all'arte: Il cinema italiano, la sua Tv, la letteratura e la musica sono raramente considerate all'avanguardia.
E "tra due mesi la crisi economica sarà peggio di oggi" commenta il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, alla platea della Luiss in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2008-2009. "L'onda arriverà alle piccole e medie imprese e quindi al territorio".
"Serve uno sforzo corale di tutti", continua, "maggioranza e opposizione. Ci troviamo di fronte alla più grande crisi economica dal dopoguerra. Non è un tema di ordinaria amministrazione e c'è bisogno di qualcosa che stupisca. C'è bisogno di un senso di responsabilità di tutti. E' il momento di fare le riforme perché sta crescendo nel Paese la diseguaglianza sociale".
Il Summit del G7, conclusosi ieri a Roma, non rallegra, né può smentire i fatti: il "grave" rallentamento dell'economia durerà per buona parte del 2009. Ovviamente i Paesi del G7 utilizzeranno tutti gli strumenti per sostenere la crescita e l'occupazione. È quanto dichiarato dai ministri dell'economia e delle finanze dei Sette Grandi, in cui si ribadisce anche l'impegno ad evitare il protezionismo. Si impegnano a contrastare la crisi, anche se non hanno precisato quali saranno i prossimi passi che intendono fare.
Ed ecco poi avanzare con timore e paura, lo spettro della politica, questo fantasma che incombe, questa spada di Damocle che pesa sulla nostra testa.
Una politica capace di censurare e coprire con un pesante velo la verità.
Come nel caso dell'emendamento del senatore d'Alia, già approvato in Senato, che attende ora la conferma della Camera. L'articolo 50-bis del Ddl n° 773, del senatore dell'UDC, è un emendamento del pacchetto sicurezza varato dal governo, che mira a reprimere l'utilizzo di internet per commettere reati di opinione. È stato ribattezzato "ammazzafacebook" perché intende oscurare siti, blog o social media come YouTube e Facebook su richiesta del ministero degli Interni per reati di opinione: ad esempio un filmato o un gruppo che invitano a non osservare una legge considerata ingiusta. L'emendamento permetterebbe sopratutto al governo di oscurare tutta la piattaforma che ospita un gruppo, prima ancora che ci sia una sentenza da parte del tribunale.
"Questo, oggi", commenta Beppe Grillo dal suo blog, "avviene solo in Cina, in una dittatura." Nell'occhio del ciclone, fin dal principio, sono stati i gruppi pro-Riina e pro-Provenzano che hanno fatto capolino su Facebook. A metà tra gioco sadico e sollazzo da buontemponi, i gruppi hanno fatto notizia portando Facebook al centro del dibattito sui media nazionali.
Anche se Facebook, tramite Debbie Frost, ha tentato di rassicurare D'Alia e l'intero corpus parlamentare con la promessa di rimuovere i gruppi in questione, il senatore non è apparso affatto soddisfatto. Forse perche, per sua stessa ammissione, non ha mai visitato e navigato su Facebook. E non ha potuto imbattersi nelle migliaia di interazioni positive e di buone cause che ogni giorno diventano fonte di scambio e comunicazione tra gli utenti.
Marco Pancini, responsabile italiano di Google, ha dichiarato in proposito :"No, le leggi ad Aziendam, che poi hanno un impatto su tutto l'ecosistema, non si possono fare. E bisognerebbe evitare di portare l'Italia a livello dei peggiori paesi del mondo in fatto di reati d'opinione". "Ma tanto l'Italia stessa è ormai un Paese ad Aziendam e in quanto a perseguire reati di opinione non siamo secondi a nessuno" continua lapidario Beppe Grillo.
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