Mendicanti E Orgogliosi Di Albert Cossery: La Commedia Umana In Noir
Comics / News - 24 September 2009 12:12
Mendicanti e Orgogliosi, un noir filosofico di rara bellezza ambientato nei quartieri poveri del Cairo. L'omicidio di una giovane prostituta scatena l'immaginazione dell'ispettore Nour El Dine, funzionario di polizia tutto d'un pezzo. Il mestiere che esercita in mezzo alla marmaglia dei quartieri popolari gli e' odioso. La compagnia di criminali ottusi e abbruttiti, disturba il suo senso estetico rendendolo infelice. L'ispettore crede ciecamente nella nobilta' del suo mestiere, se solo potesse occuparsi di bei delitti, perpetrati da assassini intelligenti e con la mente raffinata! Tuttavia, l'omicidio della prostituta nel bordello presenta caratteristiche insolite: Nour El Dine si persuade che l'assassino sia un uomo di ceto superiore, un intellettuale dalle idee avanzate. La possibilita' di misurarsi finalmente con un tale individuo ridesta la sua vitalita', il caso gli offre tre sospettati eccellenti.
Per esempio, El Kordi: un funzionario del Ministero, con l'inclinazione a procurarsi guai immaginari di carattere morboso e irrimediabile. E' una personalita' evidentemente deviata da certe letture occidentali: per credere nella propria dignita' ha bisogno di colpevolizzarsi di tutte le sciagure del mondo. El Kordi e' convinto che la dignita' stia nel dolore e nella disperazione. Odia ogni forma di autorita' e coltiva una fervida aspirazione di poter vestire i panni di un rivoluzionario ricercato dalla polizia e temuto nelle "alte sfere".
Ma anche Gohar: un mendicante che frequenta il bordello soltanto per adempiere mansioni letterarie, come redigere lettere d'affari della proprietaria o missive d'amore di qualche prostituta analfabeta. Nonostante la sua decadenza Gohar conserva il ruolo di intellettuale onnipotente, che era stato il suo orgoglio nel passato, come professore di storia e letteratura nella piu' grande universita' del Paese. Ora tutto il lato accademico di quel ruolo in quell'ambiente elementare, senza conformismi e convenzioni, non ha piu' ragione di esistere. Gohar ha smesso di ingannare il prossimo con le menzogne a cui credeva un tempo. La liberta' di pensiero, appannaggio della sua esistenza di mendicante, e' per lui fonte inesauribile di gioia. Insegnare la vita senza viverla e' il crimine della piu' odiosa ignoranza, la rigida morale che aveva insegnato, si e' rivelata un vile strumento di dominio per tenere a bada i miserabili. Ormai solo la follia della gente lo diverte: Gohar e' orgoglioso di confondersi tra gli uomini braccati, ricacciati ai confini, ma ostinatamente ottimisti.
Infine Yeghen: un poeta che vive di espedienti, deriso sui giornali e sulle riviste della capitale per la sua straordinaria bruttezza. E' lo zimbello di tutto l'Oriente colto. Ha un temperamento eclettico e una vita randagia faticosa. Anche Yeghen mostra una personalita' originale: disprezza chi confonde la miseria con la rispettabilita'. Non si considera un genio, perche' trova che il genio manchi di gioia. Persino davanti al boia Yeghen potrebbe fare e meno di essere frivolo, altro contegno sarebbe ipocrita e pieno di falsa dignita'.
In Mendicanti e Orgogliosi gironzolerete familiarmente nei quartieri popolari del Cairo, vi confonderete con beatitudine nei vicoli fangosi della kasbah traboccanti di folla variegata, una moltitudine chiassosa ed indolente che ingombra i marciapiedi e le strade in terra battuta, in mezzo al traffico intenso di automobili, calessi, carretti tirati da asini e tram che filano come bolidi micidiali. Siederete nel Caffe' degli Specchi, rinomato per il suo te' verde e la clientela multiforme di mendicanti, intellettuali e turisti in cerca di colore locale: "Un luogo creato dalla saggezza umana e posto ai confini di un mondo votato alla tristezza". Vi abituerete alla luce delle lampade ad acetilene e all'onnipresente radio amplificata dagli autoparlanti, storditi dalla confusione che inghiotte le parole altisonanti, le urla e le risa, seppelliti da "un grandioso tumulto di straccioni, raccattacicche, ambulanti che si danno da fare con allegria come saltimbanchi a una fiera". Ozio e gioia delirante in compagnia di gente che sembra ignorare "l'angoscia, la penosa incertezza di un destino miserabile. Una promiscuita' fraternale e confortante, qui la bruttezza di Yeghen non disturbava nessuno ma acquistava a contatto con gli umili una sorta di radiosita'".
Albert Cossery, Mendicanti e Orgogliosi, Edizioni e/o, pp 220
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