Un "Cattivo" Bambino Di Sei Anni # 1
Daily / News - 01 April 2009 12:34
Con questo articolo amplio gli orizzonti della rubrica "Le mamme cattive". Fino ad oggi gli articoli che ho presentato si sono prevalentemente focalizzati su casi di madri che, a causa della espressione che le affliggeva non riuscivano ad instaurare un rapporto affettivo equilibrato con i loro bambini.
La rubrica si propone nuovi obbiettivi. Metterò infatti in luce come un grave disagio emotivo vissuto da un membro della famiglia possa andare a turbare e destabilizzare la personalità degli altri componenti, soprattutto se l'identità è in fase di formazione. Il caso illustrerò tratta di un bambino con disturbo antisociale della personalità. L'articolo sarà suddiviso in due parti.
Herman era il più grande di due fratelli; il fratello aveva
4 anni. Herman era stato portato dalla psichiatra di un Centro per adolescenti
e bambini per una valutazione: faceva il bullo con gli altri bambini,
distruggendo le loro cose, rubando denaro ed altri oggetti, come pure a casa.
Mentiva sia a scuola che con i suoi. Ignorava l' autorità ed era insensibile
alla disciplina o alla ricompensa. Herman torturava fisicamente il fratello,
legandogli le braccia e cercando di farlo cadere giù per le scale; maltrattava
il fratello anche verbalmente, dicendogli che desiderava che morisse, che non
apparteneva alla famiglia e che lo avrebbe fatto a pezzi.
In una occasione ad Herman fu presentato un ragazzo del vicinato per la prima volta: lui saltò sopra il porcellino d' India che il ragazzo aveva in mano.
Herman veniva a una famiglia apparentemente unita. Era descritto dai genitori come da sempre estremamente attivo e aggressivo, al punto che dal momento in cui cominciò a camminare i genitori lo ricordano come una sfida continua alla loro capacità di porre limiti. Il padre commentò che suo figlio aveva "una mente quasi criminale" e che se fosse cresciuto nel modo in cui era in quel momento "sarebbe diventato un vero pericolo" - ed anche che "senza trattamento sarebbe diventato un assassino".
La madre si sentiva esausta per l' impegno che il figlio comportava: non poteva lasciarlo solo per paura che torturasse il fratello o che distruggesse le cose di casa. Herman alternativamente si arrampicava sulla madre baciandola in modo richiestivo e manipolatorio, oppure la chiamava stupida o scema quando non soddisfaceva le sue richieste.
[continua domani 2 aprile 2009]
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