Il Mistero Di Atlantide
Daily / News - 23 October 2008 17:59
Il mito si è sopito dal VI sec. d.C. e per tutto il Medioevo. Venne riscoperto nel Rinascimento, ma ancora vivo nella sola cerchia degli studiosi. Soltanto nell'ottocento divenne di dominio pubblico. Quale immaginario si sprigiona in noi all'idea che sia esistito, circa 12.000 anni fa, a occidente dello stretto di Gibilterra un continente ora sommerso? È come costruire un castello di sabbia e vederlo d'improvviso animarsi. Così è sapere che la civiltà umana ha avuto un volto ignoto. È scoprire un orizzonte nuovo, un confronto tutto da immaginare. È speranza che l'uomo abbia, in un passato remoto, dato una migliore testimonianza di sé. È ampliare all'infinito il potenziale umano. Forse un giorno scopriremo il segreto di Atlantide, magari quando scomparirà la nebbia tra l'uomo e la verità.
Vicino al mare, ma nella parte centrale dell'intera isola, c'era una pianura, che si dice fosse di tutte la più bella e garanzia di prosperità [...]. Poseidone [...] stesso poi abbellì facilmente, come può un dio, l'isola nella sua parte centrale, facendo scaturire dalla terra due sorgenti di acqua, una che sgorgava calda dalla fonte, l'altra fredda; fece poi produrre dalla terra nutrimento d'ogni sorta e in abbondanza (Crizia).
Un paradiso in terra. Ma intento di Platone non è fare di Atlantide un mito bensì di Atene che la sconfisse. Un matrimonio tra mito e storia da cui sorge l'essenza della sapienza umana sospesa tra un limite dato dalla ragione ed un infinito suggerito dal cuore. Un cuore ancora tutto da interpretare in un mondo dove, oggi come allora, è la guerra il vero nemico tra i due contendenti che giungono alle armi per cecità interiore
Per prima cosa ricordiamoci che in totale erano novemila anni da quando, come si racconta, scoppiò la guerra tra i popoli che abitavano al di là rispetto alle Colonne di Eracle e tutti quelli che abitano al di qua [...]. A capo degli uni era questa città [Atene], che sostenne la guerra per tutto il tempo, gli altri invece erano sotto il comando dei re dell'isola di Atlantide, la qual era a quel tempo più grande della Libia e dell'Asia, mentre adesso, sommersa da terremoti, è una melma insormontabile che impedisce il passo a coloro che navigano da qui per raggiungere il mare aperto, per cui il viaggio non va oltre (Crizia).
Atlantide, un continente sommerso in noi? Un continente tutto da scoprire o far rivivere quello che dalle acque della falsità non si fa lambire l'anima. Atlantide sconfitta da un destino avverso e Atene al centro della storia emergente che ha nell'Ego il proprio perno? Una storia fragile, sostenuta dall'epica tonante, dalle gloriose gesta di eroi isolati e nel bene soli, da divinità imbizzarrite e blasfeme, da una razionalità che non vuol comprendere ma dominare il sapere. Ma "il viaggio non va oltre". Ecco il perché della ricerca di Atlantide, simbolo di una dimensione trascurata, speranza in una civiltà dove ritrovare il futuro ormai sbiadito e da riscoprire vivo in ideali diversi da quelli che, realizzati, hanno deluso.
E facemmo menzione anche delle donne, sostenendo che le loro nature dovessero armonizzarsi a quelle degli uomini fino a diventare loro somiglianti (Timeo).
Questo adeguamento delle donne al modello maschile, ideale all'epoca di Platone, si è realizzato in età moderna e diventato, ormai, superato. Nelle fiabe, con più saggezza che nelle dissertazioni dotte e misogine, il Femminile è dispensatore di magia: pioggia serena che spenge negli uomini lo spirito guerriero. Uno spiraglio d'eternità che, se censurato, conduce all'infelicità.
"Ragazzo di Atene
Sii fedele
A te stesso
E al mistero
Tutto il resto è Spergiuro” (Emily Dickinson).
Lasciamo al mistero la libertà di sorprenderci ad ogni cambio di luna. Il mistero di Atlantide, come ogni arcano, è l’ignoto in noi e che solo l’amore può illuminare e far riemergere dall’insidioso mare dell’Ego. È ora che emerga il Femminile da un millenario mondo tutto al maschile.
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