Francesco Rosi, a Cannes con la versione restaurata di Lucky Luciano anche Hiroshima mon amour
Cinema / News - 25 May 2013 15:56
Lucky Luciano è il film presentato in versione restaurata a Cannes: curato dalla Cineteca di Bologna e da Martin Scorsese, il restauro si collega a quello di un altro capolavoro Hiroshima mon amour di
Lucky Luciano, film del 1973 di Francesco Rosi è stato presentato a Cannes nella versione restaurata. L’opera di restauro è stata curata da Martin Scorsese e dalla Cineteca di Bologna.
Il film racconta gli anni precedenti la morte del mafioso italiano-americano, dalla liberazione dal carcere dopo la sua condanna all’esilio forzato nella sua città natale, Napoli nel 1962. Qui continua a gestire una rete tentacolare di traffico di eroina: Gian Maria Volonté è il protagonista, che riuscì a “restituire tutte le ambiguità che mi servivano per definire la personalità oscura di Luciano personalità”, come detto dallo stesso Francesco Rosi. Un altro film restaurato grazie alla collaborazione di Martin Scorsese fu “Il caso Mattei” sempre di Rosi.
Il restauro è stato anche realizzato in collaborazione con la Cristaldi Film e Paramount Pictures. Ma altri sono i lavori recuperati presenti a Cannes quest’anno: la Nouvelle Vague è presente con il capolavoro “Hiroshima mon amour” (1959), primo lungometraggio di finzione di Alain Resnais sceneggiato da Marguerite Duras, con Emmanuelle Riva recentemente nel film di Michael Haneke “Amour”.
Anche il lungometraggio filippino “Manila in the Claws of Light” (1975) di Lino Brocka e il mediometraggio senegalese “Borom Sarret” sono stati presentati. Infine L’Immagine Ritrovata di Bologna è presente a Cannes Classics anche con altri due restauri, “Jour de fête” (1949) di Jacques Tati e “Plein soleil” (1960) di René Clément.
Sullo stesso Rosi è stato pubblicato il volume “Io lo chiamo cinematografo “, scritto dallo stesso Rosi con Giuseppe Tornatore: qui si ripercorre la vicenda di Rosi giovane appassionato di cinema a Napoli, con il papà Sebastiano che gli scatta fotoritratti ispirandosi anche a Jackie Coogan, il protagonista del Monello di Charlie; lo zio “capo-claque" nei teatri di rivista, la zia Margherita che lo accompagna ogni giovedì al cinema. Nel dopoguerra Rosi si trasferisce a Roma comprende che il cinema è il suo mestiere.
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