Bersani da Fabio Fazio chiede a Renzi di fidarsi del PD

E' un Bersani tranquillo ma deciso quello che si presenta all'appuntamento televisivo con Fabio Fazio a Che tempo che fa e che entra subito nel vivo delle botta e risposta sulla questione delle primarie e del problematico rapporto con l'altro candidato: Matteo Renzi.

\r\n

"…Dice che si fida di me, lo ringrazio, anche io mi fido di me ma aggiungo che vorrei che si fidasse se ci tiene un po’ del partito di cui fa parte”: così risponde alla domanda di Fabio Fazio sulle primarie di Novembre e sui motivi di accordo e disaccordo con il sindaco di Firenze, che proprio ieri ha suscitato polemiche non partecipando all'assemblea del PD dove erano proprio in discussione le regole delle primarie.

\r\n

Il segretario del PD ha poi risposto su altre questioni scottanti come le inchieste giudiziarie che vedono coinvolto Penati, le possibili alleanze in vista delle elezioni e la questione FIAT, sulla quale ha affermato: "Ci sono stabilimenti – ha detto – che stanno viaggiando al 10-20%, bisogna chiedere a Fiat se e’ in condizione di investire in modo sufficiente da garantire una produzione a questi stabilimenti se non e’ cosi’ bisogna guardarsi in giro…Siamo un paese monomarca da 25 anni e facciamo meno macchine di Paesi plurimarche come la Germania e di Paesi senza marche nazionali come Spagna e Inghilterra".

\r\n

Pier Luigi Bersani è il terzo segretario del Partito democratico (dopo Walter Veltroni e Dario Franceschini), in carica da tre anni dovrà affrontare il 25 novembre le primarie della coalizione di centro-sinistra che sceglieranno il proprio candidato per le prossime elezioni politiche, nella primavera del 2013.

\r\n

Il segretario del PD anche anche pubblicato nel 2011 per La Terza il suo manifesto politico: Per una buona ragione, un libro sull'Italia e sul Partito Democratico al tempo della crisi economica e dei grandi mutamenti indotti dal mercato globale, dove ha anche affrontato i temi relativi agli errori del centrosinistra, l'involuzione plebiscitaria della Seconda Repubblica e gli squilibri sociali del Paese.

\r\n

 

© Riproduzione riservata