Recensione Carnage, senza diritti umani

Cinema / News - 17 September 2011 11:36

Torna Roman Polanski, più feroce che mai

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Io sono tempesta

Roman Polanski torna al cinema dopo L\'uomo nell\'ombra (The Ghost Writer, 2010), vicende giudiziarie intricate che lasciano un velo di soggettivismo nel film. La vicenda è quello di due ragazzini che fanno a pugni in un parco cittadino. La madre della vittima – Penelope - vorrebbe risolvere il problema in maniera civile ma lentamente emergono ataviche invidie nelle loro decisioni, finché ognuno si rivela per la propria natura.

Nel cinismo di Nancy Cowan (una veemente Kate Winslet) che urla : “Io sono felice che nostro figlio abbia pestato a sangue vostro figlio, e i mi ci pulisco il culo con i vostri diritti umani”, quanto c\'è del personale rancore di Polanski verso gli accadimenti che lo vedono coinvolto? Nella difesa del massacro come vendetta, quanto si rievoca della vicenda della moglie Sharon Tate uccisa il 9 agosto dalla setta di Charles Manson e in stato di gravidanza?

Nello stesso 1971 il regista diresse Macbeth, pregno di sangue e rancori, certamente la trasposizione più cruda della tragedia shakesperiana. Anche in quel caso era arduo non vedere nell\'agitarsi degli odii dei protagonisti il risvolto dei fatti tragici che coinvolsero il regista. A rivelarlo fu Pauline Kael che trovò che l\'assassinio di Lady Macbeth rievocasse in qualche modo quello di Sharon Tate.

Polanski è l\'unico regista che riesce a rappresentare il cinismo umano, che risiede in ognuno, in vicende simboliche e coinvolgenti, senza cadere nel personalismo. Vicende che a ben guardare hanno la forza dell\'allegoria.

Vendette sopite che emergono in una stanza, i protagonisti che vomitano accuse l\'uno contro gli altri fino alla carneficina: il tutto vivificato da una trama solida, tratta dalla piece Il dio della carneficina (Le Dieu du carnage, 2007) di Yasmina Reza. È impossibile restare indifferenti di fronte a questo pamphlet, sopratutto se reso potente dall\'interpretazione di Jodie Foster, John C. Reilly e Christoph Waltz

© Riproduzione riservata



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