Bellaria Film Festival 2011: Giulio Scarpati a conversazione con Alberto Crespi

Cinema / News - 04 June 2011 15:10

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Bellaria Film Festival 2011: Giulio Scarpati a conversazione con Alberto Crespi. Si respira grande soddisfazione per il successo delle prime due giornate del Bellaria Film Festival: "c'è una bellissima atmosfera" conferma il direttore artistico Fabio Toncelli ringraziando il pubblico per l'entusiasmo dimostrato prima di introdurre l'incontro con Giulio Scarpati, presidente della giuria del festival, intervistato da un altro componente della giuria, Alberto Crespi, sul palco del cinema Astra.

Incalzato dalle domande di Crespi, Scarpati ha raccontato gli inizi a teatro. La sua a prima volta si presenta a 12 anni quando la vicina di casa, un'attrice argentina, chiede alla madre il permesso per farlo recitare in uno spettacolo, Passo falso, una storia di esuli argentini: alla domanda "La vuoi una caramella?", Scarpati rispondeva "Ma ce l'hai?".
Giovanissimo, a 16 anni comincia a studiare recitazione per entrare qualche anno più tardi nella cooperativa teatrale del Gruppo G. Sono gli anni '70, tempi molto formativi, in cui l'attore monta e smonta i palchi, si occupa degli uffici stampa, di mandare gli inviti: "Il teatro ti dà emozione e forza" confessa Scarpati "è un mondo che mi affascina, un'esperienza che libera e dà energia, serve nella vita e lo consiglio nelle scuole".

Ai giovani con l'intenzione di fare questo mestiere ammette che sì, al giorno di oggi, oltre alla gavetta sul palcoscenico, ci si può arrivare anche in altri modi, "anche se poi bisogna confrontarsi comunque con il teatro". Agli inizi sono importanti gli incontri, ma è importante, soprattutto, cercare di acquisire più cose possibili perchè quello dell'attore non è un mestiere trasparente, non ci sono siti web dove trovare i provini e, comunque, nell'eventualità, tanti i "se" e i "ma".
Due consigli fondamentali: attenzione ai book fotografici, alcuni si fanno pagare cifre esorbitanti, le fregature sono sempre dietro l'angolo. Inoltre, è importante scegliere una buona scuola, seria, diffidando di quelle che promettono lavoro.
Alberto Crespi ripercorre alcune tappe significative della carriera di Giulio Scarpati, tra cui l'incredibile puntata nel 2004 del ritorno di Lele Martini ne Il medico di famiglia seguita da oltre 11 milioni di spettatori, il drammatico ruolo di Rosario Livatino ne Il giudice ragazzino che valse all'attore il David di Donatello nel 1994, l'incontro con il vulcanico Ettore Scola che ai mondiali americani del '94 era più incuriosito dai tifosi allo stadio che dalla partita, e quello con Monica Bellucci sul set de La riffa nel 1991.

Non mancano gli aneddoti esileranti come quello delle spassose zie "specializzatesi" a fare partire gli applausi; al suo rimprovero smisero di applaudire ai suoi spettacoli: "Non abbiamo applaudito! Mai!...neanche alla fine!!!" provocando la "protesta" dell'attore: "Ma come, alla fine sì!".

Un lungo applauso scoppia in sala quando Scarpati dichiara che oggi, in Italia, ci vorrebbe più coraggio nel raccontare le storie, più voglia di rischiare. La tv dovrebbe essere innovativa: "I numeri dell'auditel sono importanti accompagnati con la soddisfazione di aver fatto bene il tuo lavoro...ma l'auditel dovrebbe essere vissuto con meno ansia". "E, diciamolo, l'auditel non dovrebbe essere una scusa per fare sempre le stesse cose" aggiunge Crespi.
L'incontro si conclude con Giulio Scarpati che lancia un appello all'organizzazione del Bellaria Film Festival: "Mi piacerebbe che il Festival tornasse a essere un punto di riferimento per il cinema indipendente, anche per i documentari certo, ma sarebbe bello che tornasse a raccontare quel tipo di cinema".

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