Recensione film Fast & Furious 5: affezione di serie
Cinema / News - 06 May 2011 10:51
Al n. 5, Fast & Furious ancora sorprende i fan
Recensione Fast & Furious 5: affezione di serie. Raramente un film è stato capace di conservare la verve comica e la capacità di tessere l’azione all’edizione numero 5. Ci riesce questo Fast & Furious 5, dove il regista Justin Lin (già al timone di Solo parti originali nel 2009 e Tokio Drift nel 2006) crea una buona amalgama tra ironia e avventura, relegata magari a corse in auto e sparatorie, ma con un’evoluzione dei personaggi coerente e seria. Non a caso lo sceneggiatore è Chris Morgan, che ha già lavorato ad altri episodi della serie e all’intrigante Cellular (2004) con Kim Basinger.
La serie basata sui piloti clandestini di Los Angeles accomunati dal senso della famiglia, vedeva finora Brian e Mia Toretto capaci di far evadere Dom, vagando da un confine all’altro per eludere le forze dell’ordine.
Qui vediamo Dom e Brian intenti ad annientare il businessman corrotto (Joaquim De Almeida) che li vuole morti. Ma anche l’agente federale Luke Hobbs li segue, lanciando un’offensiva per catturarli.
Sembra più di assistere ad una serie televisiva che ad un film concluso, e la tenacia nel seguire le avventure dei confratelli e la stessa che emerge nella visione di telefilm come Lost o Csi. Ma ormai il marketing del film ha saputo creare un’affezione con gli spettatori che non vale la pena di demolire, e che stranamente in ogni episodio è giustificata da trovate narrative esilaranti, quasi al limite della forza di gravità.
Per Time Magazine il film è \"forse il grande primo del periodo post-umano\", ossia capace di creare credibilità a situazioni assurde; per il New York Times non manca l’ironia, per The Hollywood Reporter molto si regge sul cast. L’incasso in una settimana negli Stati Uniti è di 103 milioni di dollari, nel resto del mondo 100 milioni: come contraddire il pubblico?
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