Minchia di Re di Giacomo Pilati

Comics / News - 20 January 2010 09:48

Minchia di Re di Giacomo Pilati - "Raccolgo testimonianze, frugo in mezzo agli archivi. E alla fine lo trovo. Un foglio di carta ingiallito.

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Film Si muore tutti democristiani

Minchia di Re di Giacomo Pilati - "Raccolgo testimonianze, frugo in mezzo agli archivi. E alla fine lo trovo. Un foglio di carta ingiallito. Quattro righe, che raccontano un giorno della sua vita: quel giorno. E' tutto vero. Lei c'e' stata veramente. (...) Mi invento una storia tutta per lei. Per non farla morire piu'. Anzi, per farla vivere, come dico io."
Minchia di Re, pubblicato nel 2004, e' tratto da una storia vera. Giacomo Pilati, impegnato sul set di un documentario a Favignana, scopre l'incredibile vicenda accaduta centocinquanta anni prima. Si mette a consultare i documenti e i registri dell'epoca, trovando infine il libro ingiallito all'Archivio di Stato che contiene una nota che chiarisce il cambiamento anagrafico: "la' dove si legge sesso femminile leggasi sesso maschile, la' dove si legge Pina leggasi Pino" Uno scandalo custodito in silenzio. Pilati si documenta quel tanto che basta per rimanere libero di raccontare la storia. Pina nasce nel 1868 e muore nel 1968. A venticinque anni, la donna e' costretta a cambiare identita': la coppola in testa, la fascia sui seni.
La scelta del titolo rimanda a un piccolo pesce, la donzella o viola di mare, o Minchia di Re, in grado di inscenare un'atipica metamorfosi sessuale cambiando forma e colore. Nasce femmina e muore maschio. Un pesce ermafrodita unico che mantiene la propria natura pur mutando la forma.

"'Non potro' mai vivere felice con questo difetto. Senza Dio.'
'Ma tu sei una Viola.'
'Una viola? Chi, il fiore?'
'La Viola e' un pesce e lo ha voluto Dio. Quando e' maschio si chiama Minchia di Re. Per amore diventa femmina e ha i colori del fiore. Torna di nuovo maschio dopo che l'acqua si e' presa le sue uova.'
'Ma io sempre questa resto.'
'Tu devi morire un poco, per tornare a vivere come vuoi tu.'"

E allora non resta che mettersi la roba da masculo e andare dal vescovo a sigillo del tutto. Il barone e il dottore metteranno la firma che Pina e' Pino e che nasce di nuovo. Si e' trattato di uno sbaglio di quel "rincoglionito di padre Pantaleo". Un bicchiere di rosolio e non se ne parla piu': Pino prendera' il posto del padre come curatolo della cava di tufo. Gia', perche' al padre le gambe non reggono piu', appena mollano, il barone chiudera' le cave: e che faranno i paesani senza lavoro, possono morire di fame? No, Pina diventa Pino, "per salvare la faccia sua e quella dell'isola."
Da Pino ora dipende la sorte delle "bocche dei bambini dell'isola."
Tutti sanno ma fingono di non sapere, "ognuno si inventa un passato, con la candela della memoria spenta, che al buio la menzogna e' verita'. Verita' per legge, per fame e per religione."
Minchia di Re nasce da un pettegolezzo antico che si fa "tormento, in bilico fra verita', leggenda e bugia".
Sullo sfondo, Garibaldi e i suoi Mille sono appena sbarcato sull'isola.
Una prosa straordinariamente appetente nel ruminare un paesaggio meditteraneo, a mollo nel blu, di un angolo della Sicilia, e poi confonderlo con quello dell'anima di Pina. Il ritmo del racconto tramortisce fin dai primi vagiti. Il senso della scrittura e' robusto, ammaliatore. Tra le piaghe dei silenzi, Pina ha ancora tempo per un sogno di guerrieri, con l'armatura, il cavallo bianco e la spada vagando incontro a Sara, in una casa di vetro tra gli ulivi vestita di stessa armatura. Tuttavia, il destino si sa, anche quello letterario, e' spesso beffardo.
Dal libro e' stato tratto il film Viola di mare con la regia di Donatella Maiorca (tra i produttori, Maria Grazia Cucinotta), uscito nelle sale cinematografiche italiane l'ottobre scorso.

Giacomo Pilati, Minchia di Re, Ugo Mursia Editore, 2004, pp 185
www.mursia.com

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