Intervista Flavia Biondi la fumettista del graphic novel “La giusta mezura” edito da Bao Publishing
Comics / Intervista - 03 December 2017 11:00
Mauxa ha intervistato Flavia Biondi autrice e disegnatrice di diverse graphic novel, il suo ultimo lavoro è “La giusta Mezura” edito dalla casa editrice Bao Publishing.
Flavia Biondi classe ’88 è una giovane fumettista che ha iniziato la sua carriera fondando l’etichetta Manticora Autoproduzioni, successivamente pubblica tre graphic novel con tematica LGBT con la casa editrice Renbooks. Nel 2015 inizia la sua collaborazione con la Bao Pubblishing e con loro pubblica “La Generazione”. Inoltre Flavia Biondi sarà presente tra il 7 e il 9 dicembre alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria Più Libri Più Liberi a Roma, ospite dello stand Bao Publishing.
\r\nD. Il tuo nuovo libro “La giusta mezura” pubblicato da Bao Publishing, pone al centro della storia una ricerca di equilibrio costante. Com’è nata questa storia?
\r\nFlavia Biondi. La Giusta Mezura nasce dalla mia voglia di scrivere la storia di un amore già iniziato da anni. Non volevo raccontare le farfalle nello stomaco dell'innamoramento, ma spostare l'attenzione sul poi, sulla resilienza dell'amore alle intemperie della quotidianità. Su come esso cambi forma a contatto con il tempo, con il lavoro, con il nostro passato. L'idea era quella di scrivere di una coppia, alla soglia dei trent'anni, che dopo otto anni di relazione è chiamata a scegliersi una seconda volta.
\r\nD. Da cosa trai ispirazione per scrivere una storia?
\r\nF.B. Nel mio piccolo mi piace raccontare storie che possano stare nel palmo di una mano, avventure del quotidiano, in cui qualcuno può riconoscersi. Per questo per quanto possibile cerco ispirazione nella realtà che mi circonda, negli aneddoti che mi vengono raccontati, nei luoghi che attraverso.
Poi ovviamente anche dal cinema, dalle serie tv, da quello che leggo.
D. Quali sono i tuoi modelli di riferimento per creare un’opera?
F.B. Di rado prendo come modello le storie di altri autori a livello di contenuti, piuttosto nei miei limiti cerco di imparare dal loro modo di raccontare. Lo stesso evento può essere affrontato in milioni di modi differenti e mi piace soffermarmi a studiare come un altro autore decide di descriverlo.
D. Come ti sei avvicinata al mondo dei graphic novel?
\r\nF.B. Ho sempre letto fumetti fin dall'infanzia, prima le raccolte di mio padre e poi ho cominciato a comprarne di miei in adolescenza. Erano tutti seriali, storie che proseguivano per moltissimi numeri. L'ambito del graphic novel l'ho scoperto quando ho deciso di voler fare dei miei disegni un mestiere ed ho iniziato a studiare Fumetto e Illustrazione all'Accademia di Belle Arti di Bologna.
\r\nD. Quali sono principalmente le tecniche di disegno che utilizzi, e in generale ti senti più a tuo agio con le tecniche digitali oppure con il metodo tradizionale?
\r\nF.B. Il mio modo di realizzare una tavola è abbastanza contorto e probabilmente non di certo il più consigliabile. Disegno le matite in digitale perché mi è più comodo per sbagliare tutte le volte che voglio, poi le stampo e realizzo gli inchiostri con tecniche tradizionali – non riesco a rinunciare al fascino del pennello – lavorando sul tavolo luminoso. Poi scansiono, pulisco e finalizzo tutto il resto in digitale.
Quindi al momento potrei dire di trovarmi a mio agio con entrambi i mezzi, ma di essere un'eterna indecisa.
D. Durante il tuo percorso artistico quali sono gli artisti che hanno ispirato il tuo lavoro?
\r\nF.B. A livello di disegno gli artisti che ho sempre amato e che più mi hanno influenzato sono sicuramente Carlos Meglia, Craig Thompson, Andrea Accardi e Frederik Peeters. Anche molti altri sicuramente. Come scrittura ho sempre avuto un grande amore per David Mazzucchelli, Gipi, Ai Yazawa, Frank Miller, Terry Moore, Inio Asano... la lista potrebbe allungarsi per giorni.
\r\nD. Quali sono i tuoi prossimi progetti?
\r\nF.B. Al momento non ne ho ancora di definiti, mi piacerebbe provare a scrivere per altri disegnatori e a disegnare una storia scritta da qualcun altro. Ben inteso, da buona maniaca del controllo, adoro lavorare come autrice unica, ma non vorrei immobilizzarmi troppo in questo ruolo. Credo che sperimentare cose diverse, anche se non ci mettono del tutto a nostro agio, sia uno degli ingredienti migliori per crescere.
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