Intervista con Dan Abnett, co-creatore dei Guardiani della Galassia

Comics / Intervista - 25 April 2019 13:15

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Intervista con Dan Abnett, co-creatore dei Guardiani della Galassia, i protagonisti dei film di James Gunn a fianco degli Avengers in Avengers Infinity War e Avengers: Endgame.

Sei è un autore di successo, noto sia per i tuoi fumetti che per i tuoi romanzi. Insieme ad Andy Lanning, hai creato i nuovi “Guardiani della Galassia”. Senza la serie fumettistica del 2008, non ci sarebbero stati i film di James Gunn. Come ti è venuto in mente l'idea di questo team capitanato da Star-Lord? Dove hai trovato l'ispirazione in una caratterizzazione di Star-Lord così diversa da quella precedente, ideata da Steve Engelhart?

Ho sempre amato i personaggi cosmici della Marvel, specialmente quelli meno famosi o conosciuti. Stavo scrivendo la serie solista di Nova per la Marvel e loro decisero di volere una serie con un team cosmico da affiancare. Si è davvero trattato di scegliere tra i personaggi mezzi dimenticati, non più operativi, nella 'scatola magica' della Marvel e venirne fuori con un team schierato. Erano tutti i miei personaggi favoriti di un tempo. Alcuni vennero fuori con il lavoro di Kieth Giffen nel primo evento di “Annihilation”. Fu principalmente una questione di ricombinare vecchi personaggi in una nuova e interessante direzione – e poi 'prendere in prestito' il nome del team precedente. Alcuni – e Star-Lord è un buon esempio – erano cambiati molto negli anni. Di conseguenza, si è trattato di un lavoro in cui capire chi fossero “ora” e determinare il loro stile personale.

Perché la Marvel Comics decise di cancellare la fortunata serie nell'estate del 2010? Cosa successe?

Penso sia dipeso dalle politiche interne alla Marvel. La serie fu un immenso e decisivo successo, ma nessuno sembrava aver voglia di perdere tempo con questi 'personaggi minori'. Quando venne annunciato il film, improvvisamente, divennero una proprietà di alto profilo, di cui tutti volevano una fetta.

Riguardo al terzo film in uscita nel 2020, James Gunn ha recentemente dichiarato di essere un fan della tua serie sui Guardiani della Galassia e per il nuovo cinecomic non intende considerare altre serie. Inoltre, i tuoi Guardiani si uniranno agli Avengers in “The Infinity War”. 

James è un grande, amo quello che ha fatto. Ha chiarito, senza lasciare ombra di dubbio, di riferirsi alla 'mia' versione dei Guardiani ed è stato gentile nell'invitarmi sul set per incontrare il cast, dare un'occhiata in giro e partecipare all'anteprima. È stato molto lusinghiero... e molto strano vedere il tutto prendere vita!

Secondo la tua esperienza, l'Universo Cinematografico Marvel creato dai Marvel Studios interferisce, in qualche modo, involontariamente, con le strategie editoriali di Marvel Comics? Cioè, l'UCM ha cambiato, in qualche misura, lo scenario professionale dei fumettisti?

Non saprei, ma so che l'accresciuto profilo del film cambiò le cose per i Guardiani. Quando cominciai a scrivere la serie, come detto, i Guardiani erano personaggi di nessuna importanza, quasi del tutto dimenticati. La Marvel mi lasciò praticamente campo libero nel fare di loro quello che volevo. Penso sia questo il motivo per cui le loro storie erano così efficaci – talmente imprevedibili, in cui tutto poteva succedere. Dopo che il film si rivelò un successo, abbiamo dovuto trattarli con i guanti, nella maniera in cui faresti con personaggi 'importanti' come Spider-Man o Thor. I Guardiani divennero un brand con cui non si poteva più giocare con la stessa libertà.

Con Andy Lanning, hai scritto anche “L'Ordine di Thanos” nel 2010. Secondo il regista Joe Russo, Thanos sarà il Darth Vader nell'UCM. Secondo te, cosa rende Thanos così interessante rispetto ad altri supervillains di casa Marvel? Ti sei lasciato ispirare dalle storie di Jim Starlin per la miniserie?

Penso sia semplicemente un grande villain, con un look fantastico, una natura travolgente e un'interessante gradazione di sottigliezza emotiva e compassione. Io adoro i fumetti di Jim Starlin. È uno dei miei creatori preferiti e la sua impronta cosmica è di fondamentale ispirazione per tutto ciò che ho realizzato nel mondo del fumetto.

Attualmente stai lavorando a run di successo come Aquaman e Titans. Insieme a John Romita Jr. e Sandra Hope stai anche collaborando su “The Silencer”, la nuova protagonista targata DC Comics. Come è nata? 

Dan Abnett. DC Comics invitò diversi scrittori per raccogliere le idee su nuovi personaggi, e artisti favolosi come John erano presenti nella stanza per fornire un supporto visivo. Durante quel meeting, svoltosi a Burbank, mi venne l'idea di “The Silencer” – un'assassina di Leviatano (l'organizzazione di Talia Al Ghul, n.d.r.) in pensione che torna alla sua vita normale tanto desiderata – e John rimase molto colpito. Così, decidemmo di produrre la storia, sviluppando l'idea di base insieme. Il suo lavoro – e il suo entusiasmo – è incredibile. E Sandra è un'inchiostratrice sbalorditiva. È un vero piacere lavorare sul progetto con loro.

Marvel e DC Comics, quali sono le differenze tra i due colossi editoriali statunitensi?

In definitiva, direi una enorme differenza. Ho collaborato con entrambe le case editrici tante volte negli ultimi trent'anni o quasi, e attualmente sono molto impegnato con DC Comics. Amo entrambi gli universi: i personaggi, la storia, lo spessore dei dettagli. Suppongo che, più o meno nell'ultimo decennio, la differenza maggiore stia nella volontà di DC Comics di 'investire' maggiormente in una nuova serie... a un nuovo titolo o personaggio è concesso più tempo per reggersi sulle proprie gambe e ottenere il favore dei lettori. La tendenza della Marvel è quella di troncare prematuramente, se un titolo non si rivela un successo immediato.

A proposito di supereroi americani, che tipo di fascino esercitano su un autore britannico?

Sono cresciuto leggendoli. Volevo scrivere fumetti. L'industria fumettistica nel Regno Unito è relativamente piccola e ha una forte predilezione per la fantascienza, sovente con una impronta più cupa rispetto all'ottimismo dei supereroi americani. Lavoravo (e continuo a farlo) per la rivista britannica “2000 AD”, molto orientata sul genere fantascientifico. Ho presunto avesse un senso cercare di scrivere per il mercato statunitense... questo avrebbe reso possibile radicare il mio interesse per la science fiction e il genere cosmico in quegli universi.

Hai un sogno nel cassetto ancora da realizzare nell'ambito professionale?

Dan Abnett. Sì, sono molto felice nel fare ciò che faccio, e sono orgoglioso dei miei traguardi professionali, ma mi piacerebbe scrivere Lanterna Verde... e ho una passione viscerale per Star Wars...

Avendo l'opportunità di salire a bordo della macchina del tempo, in quali dei tuoi mondi narrati atterreresti? 

Una scelta difficile! Ho scritto molti romanzi nell'universo di Warhammer 40.000, dunque 'ho trascorso molto tempo laggiù”. Comunque, è un posto piuttosto pericoloso! Mi piacerebbe visitare alcuni miei mondi narrati per “2000 AD”, come quello di Sinister Dexter o Lawless, o il mondo della mia creator-owned serie “Wild's End”. Ma se avessi la possibilità di aggregarmi alla brigata di Star-Lord, dubito che rifiuterei...

© Riproduzione riservata


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