Intervista a Secondamarea: Slow è il nuovo album

Daily / Intervista - 19 December 2018 10:00

Secondamarea ha collaborato con Alda Merini e Erri de Luca

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Film Tre sorelle - video

I duo di Secondamarea è composto da Ilaria Becchino e Andrea Biscaro: hanno pubblico il concept album Slow, che evoca toni naturisti, tra alberi tagliati, acqua che fluisce. Il batterista e percussionista è Leziero Rescigno, che ha collaborato con La Crus, Amour Fou; il bassista è Lucio Enrico Fasino (Patty Pravo, Mario Biondi, Fiorella Mannoia) e il trombettista Raffaele Kohler (Baustelle, Afterhours, Vinicio Capossela). 


Secondamarea

Nell’album "Slow" come è nata l’idea di dare attenzione ai temi della natura?

In “Slow” affrontiamo una tematica che non solo ci appartiene perché è il nostro stile di vita, ma perché è un vero e proprio modo di essere, il nostro senso di stare al mondo. Quindi fare un disco con delle tematiche forti e attuali come quelle della natura, della lentezza, del tempo, degli elementi, della via dell'orto da riscoprire, è venuto spontaneo, istintivo. Ce l’avevamo dentro già da tanti anni, probabilmente. “Slow” è il nostro disco più intimo e personale. Ma contemporaneamente anche quello più universale. 

In "Sangue di legno" usate una varietà di strumenti che riflette il senso della canzone. Quali prediligete per questo concept album?

Pur essendo "Slow" il nostro disco più pop, abbiamo tenuto fede al nostro amore per il suono acustico, "organico". Che poi crediamo sia l'unico vero modo di fare musica. L'incontro con Paolo Iafelice (braccio destro di Mauro Pagani e produttore di De AndréPacificoLigabue, tra gli altri) è avvenuto spontaneamente. Ci siamo scritti, ci siamo piaciuti. Si è creato subito un feeling particolare. Paolo ha scelto i musicisti adatti al nostro sound. La sua esperienza, la sua fantasia e il suo talento si sono sposati così bene con la nostra musica da diventare una cosa sola. Un incontro straordinario, decisivo.
Il disco vanta la partecipazione di musicisti eccezionali. Citiamo, sopra tutte, quella di Leziero Rescigno, grande batterista e poli-strumentista, dotato di una sensibilità non comune. 


La canzone "Pellegrinaggio" prende spunto da una lirica di Lord Byron. Mentre il precedente album "Chimera" è nato sui versi di Dino Campana. Come mai traete spesso ispirazione dalla poesia?

In realtà "Chimera" è il nostro primo album, quello d'esordio. In mezzo ce ne sono stati altri quattro. Ma sempre abbiamo tratto ispirazione, linfa, spunto e magia dalla poesia. Crediamo nella trasversalità della canzone. Ci si abbevera a tante fonti per creare cose nuove. E la poesia è davvero una sorgente inesauribile di bellezza. 

Canzoni a carburo ha visto la collaborazione di Erri De Luca e Alda Merini. Potete raccontarci qualche dettaglio su questi due collaborazioni?

Erri aveva scritto una bellissima poesia sulla miniera ("Carbone", dal libro "Solo Andata"): a noi è venuto naturale musicarla e cantarla. Lui è stato entusiasta di questa collaborazione. 

Alda Merini come ha interagito con il lavoro?

L'incontro con Alda Merini è stato splendido, spontaneo, folgorante. Alda rappresenta (uso il presente, perché i poeti non muoiono mai!) la parola poetica più di ogni altro scrittore oggi in Italia. E te ne accorgi quando hai a che fare con lei direttamente. La splendida poesia introduttiva che ci ha regalato per "Canzoni a carburo" ci è stata dettata, oralmente. Un'ispirazione istantanea, un canto che le è sgorgato dal cuore e dalla bocca come acqua corrente. Un piccolo miracolo, di cui andiamo ancora oggi molto fieri.

Vi siete trasferiti all’Isola del Giglio. Come mai questa scelta?

Io e Ilaria ci siamo conosciuti all'Isola del Giglio circa 12 anni fa. Venire a viverci è stato tutt'uno con il nostro desiderio di selvatico, di natura nuda, di primordialità che già avevamo dentro. 

La zona è una di quelle meno invasa dalle costruzioni selvagge, e che invece riserva ancora importanza alla cura del paesaggio: credete che il futuro della difesa dell’ambiente si giochi anche sulla preservazione di luoghi simili?

Certo, il futuro si gioca tutto sulla preservazione. Per quanto ci riguarda, pratichiamo la filosofia del "non fare", cerchiamo di avere il minor impatto possibile sull'ambiente, ci adoperiamo perché le cose che ci circondano rimangano il più possibile uguali a se stesse. Non agiamo sulla natura, ma piuttosto ci facciamo agire. In sostanza, se abbiamo un albero in giardino, cerchiamo di lasciarlo libero di crescere secondo la sua volontà, evitando potature insensate e stupidi propositi di contenimento. Se vogliamo abitare una casa antica, conserviamo i mobili d'epoca preesistenti, condividendo uno spazio che non è neutro, ma sedimento antropologico. Se desideriamo bere una buona acqua, evitiamo di acquistarla in negozio: da quindici anni ci riforniamo direttamente dalla magnifica sorgente della nostra isola.
Il verso di una nostra canzone canta: "... il buono non è nel nuovo, ma nell'antico da ritrovare". Questo non significa evitare la modernità, ma viverla piuttosto in maniera critica, consapevoli del fatto che le risorse del pianeta sono a termine e che il tempo e la bellezza sono gli unici tesori che possediamo.  Abbiamo bisogno di luoghi franchi, incolti, selvatici, in cui l'uomo possa ritrovare la sua vera essenza. E abbiamo bisogno di tempo, qualitativamente parlando. 

Qual è il vostro libro preferito e perché?

Oh, ce ne sono almeno mille! E qui non abbiamo abbastanza spazio per elencarli tutti. Ci sentiamo di parlarvi di una lettura recente: un libro splendido, profondo, appassionante, che tra l'altro assomiglia molto a noi e a "Slow". Parliamo del romanzo La Parete, della scrittrice austriaca Marlen Haushofer, edito negli anni '60. Si racconta di una donna che, improvvisamente, durante una gita, si trova completamente isolata su una montagna, circondata da una surreale parete di vetro che la separa dal resto del mondo. Con lei restano solo alcuni animali. Questo isolamento forzato la induce a ricominciare a vivere scoprendo l'essenza naturale delle cose, analizzando la vita passata alla luce di questa nuova dimensione, estrema e totalizzante.

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