Intervista a Jim Starlin, maestro dell'outer space e creatore di Thanos
Comics / Intervista - 25 April 2018 13:45
Jim Starlin è il creatore di Thanos, protagonista di "Avengers Infinity War" e ”Avengers: Endgame"
Intervista a Jim Starlin, maestro dell'outer space e creatore di Thanos. La trama del film Avengers: Infinity War e Avengers: Endagame è basato sulla sua serie comics “Il guanto dell'Infinito” (1991).
Lei ha creato Thanos agli inizi degli Anni Settanta.
L'idea di Thanos ha la sua gestazione durante un corso di psicologia al college, dopo tre anni e mezzo di servizio militare. L'insegnante teneva una lezione sul concetto freudiano di Eros e Thanatos, il lato luminoso e quello oscuro della natura umana. Naturalmente, mi sono interessato al lato oscuro, improvvisai diversi schizzi concettuali di Thanos e successivamente, dopo aver ottenuto l'impiego alla Marvel Comics, l'editor Roy Thomas mi chiese di realizzare un numero riempitivo di Ironman. Così, tirai fuori gli abbozzi di Thanos, ridisegnandoli con qualche modifica, e Mike Friedrich realizzò la sceneggiatura per la storia che non solo introdusse il Titano Matto preferito da sempre, ma anche Drax il Distruttore dei Guardiani della Galassia.
La sua esperienza di aviatore e fotografo nella Marina Militare è, in qualche modo, confluita nella caratterizzazione del Supervillain?
Lo si potrebbe pensare, considerando il fatto che approdai al fumetto, pressoché subito dopo il periodo militare. Ma ripensando a quegli anni, vedo chiaramente come i miei primi lavori sono stati influenzati dalla mia infanzia trascorsa nella scuola parrocchiale più di qualsiasi altro evento. C'è una riconoscibile vocazione cattolica o (come qualcuno ha biasimato) anti-Cattolica sia nei miei lavori su Captain Marvel che, anche maggiormente, in quelli di Warlock. Suppongo non sia la cosa più diplomatica da ammettere, specialmente in una pubblicazione italiana. Ma è così che sono andati i fatti.
Captain Marvel, la saga di Thanos, Silver Surfer, Warlock, Dreadstar: lei è universalmente riconosciuto come il Maestro dell'outer space capace di rivoluzionare il genere nel fumetto. Cosa l'ha intrigato nel realizzare storie ambientate nello spazio?
La mia risposta standard a questa domanda è dire che il cosmo mi ha salvaguardato dal disegnare cavalli o automobili. A parte gli scherzi, la verità è che ambientare le storie nell'ignoto cosmico mi ha permesso di creare nuovi mondi, dove l'idea di una storia può essere esplorata indipendentemente da certe ingombranti logiche legate alla vita reale.
Riguardo al film sugli Avengers, “Infinity War” è basato sul suo fumetto “Il Guanto dell'Infinito”. Il film ha tanti supereroi coinvolti, ma un solo grande protagonista, Thanos. Secondo i rumors, il Titano Matto diventerà il Darth Vader dell'Universo Cinematografico Marvel. Anche Drax e Gamora sono sue creazioni. La produzione si è avvalsa della sua consulenza artistica?
No, Disney/Marvel Entertainment operano all'interno di una separazione tra fumetti, prodotti cinematografici e televisivi.
È stato in qualche modo coinvolto nella realizzazione del cinecomic?
Ad agosto 2018, mia moglie e io, siamo stati invitati sul set del quarto film degli Avengers. “Infinity War” era già stato confezionato. Io e Sonny siamo stati trattati in maniera regale sul set. Sono rimasto sorpreso di quanto tutti ci mostrassero apertamente ciò che stavano realizzando. Avevo dovuto firmare un accordo di non divulgazione anche solo per mettere piede sul set, mi aspettavo che tutto il team avrebbe tenuto la bocca cucita. A quanto pare, invece, non vedevano l'ora di raccontare a qualcuno, in tutta sicurezza, quello che stavano facendo. Alla fine della giornata fui meticolosamente informato sul terzo e quarto film degli Avengers. Ora tutto ciò che devo fare è tenere la bocca chiusa fino alla loro uscita. Povero me.
Come le è venuta l'idea del “Guanto dell'Infinito”?
Anche “Il Guanto dell'Infinito” ha le sue radici nel cattolicesimo. Ho immaginato che chiunque, malvagio quanto Thanos, avrebbe eventualmente raggiunto il punto in cui sfidare l'aldilà in cerca di onnipotenza. Ho esaminato ulteriormente questa idea in diverse storie di Thanos successive, che negli anni ho scritto e, a volte, disegnato. Tuttavia, anche l'onnipotenza non ha soddisfatto l'anima irrequieta del Titano. C'è una buona ragione perché Thanos sia appellato come Titano Matto.
Le Gemme dell'Infinito erano originariamente una singola gemma, nota come la Gemma dell'Anima, che Adam Warlock portava in fronte. Mentre stavo lavorando al personaggio, ho esteso l'idea della singola gemma in sei Gemme dell'Infinito: Anima, Potere, Mente, Tempo, Spazio e Realtà, comprendendo ogni aspetto dell'esistenza umana.
Oggi l'industria cinematografica sta riscoprendo il genere cosmico grazie alla possibilità degli effetti speciali. Il box office conferma che la gente ama questo genere di film. Secondo lei, quali sono i motivi del revival cosmico nella culturale popolare?
È vero, i computers hanno reso possibile il creare visivamente semplicemente tutto quello che l'immaginazione può concepire. Il pubblico si è stancato di vedere soltanto grattacieli crollare e areoplani fare manovre impossibili. Con il genere cosmico puoi portare lo spettatore in luoghi mai espolorati prima, e farlo testimone persino di un'esperienza metafisica.
Senza fare spoiler, potrebbe pensare a tre aggettivi per descrivere “Infinity War”?
Mettiamola così, più di tre aggettivi, lo definirei visivamente spettacolare e sorprendente. Molto rispettoso, anche se non totalmente legato, al materiale di partenza. E straordinariamente ingegnoso.
Marvel Comics tra passato e presente. Cosa è cambiato?
Quando ho cominciato a lavorare per la Marvel, l'azienda era privata mentre ora è parte dell'impero della Disney. Nel 1972 tutta l'attività veniva svolta in un ufficio, grande circa due volte un minimarket comune, con Stan Lee e l'allora caporedattore Roy Thomas nei rispettivi santuari privati, le dimensioni di un bagno, sul retro.
A quel tempo, Roy mandava avanti la baracca praticamente da solo. Gestire ogni minimo dettaglio, e tutti i titoli, era impossibile. Finì per dare alle buone penne dell'azienda moltissima flessibilità nel raccontare storie fuori dagli schemi. Non avrei mai avuto l'opportunità di una mia run su Warlock con l'odierno sistema con cui si assegna il lavoro.
Riguardo al suo addio a Thanos, cosa è successo con la Marvel Comics? Come spiegare un tale autogol editoriale da parte della Casa delle Idee?
Ci tengo a dire che sia la Disney Corporation che Marvel Entertainment mi hanno trattato molto bene e generosamente, molti troveranno strana una tale dichiarazione da parte mia. Chi conosce le mie opere, sa che ho fatto affari d'oro ritratto come i villain di molte mie storie. Ma, in questo caso, questi due giganti dell'intrattenimento mi hanno equamente ricompensato e sono stati estremamente gentili. Lo staff editoriale della Marvel, d'altra parte, ha optato per un approccio diverso: questa è la ragione per cui non lavoro più con loro e non ci lavorerò mai più. Per quanto riguarda il perché abbiano deciso di seguire questa strada, dovresti chiederlo a loro. L'intera vicenda, a me pare soltanto incomprensibilmente surreale.
Ha spesso parlato dell'esistenza di tre Thanos: la sua creazione, capace di coesistere con il Titano Matto dei cinecomic e quello delle storie mainstream della Marvel. Come ha fatto notare lei stesso, ora Thanos è destinato a diventare un'icona culturale grazie all'imminente uscita del film dei fratelli Russo. In un certo senso, potrebbe essere il momento giusto di lasciare andare una creatura tanto popolare. Lo è?
Avendo avuto le prime due graphic novel, recentemente realizzate per la Marvel, in cima alla classifica dei bestseller del New York Times, mi aspettavo che il team editoriale sarebbe stato più che felice di lasciarmi scrivere la serie di Thanos in corso già concordata. Mi sbagliavo, naturalmente. Ma prima di realizzare ciò, avevo in mente una storia in cui il mio Thanos ritornasse nell'universo della Marvel Comics e spettacolarmente prendesse a calci qualche sedere. Mi sarebbe tanto piaciuto scrivere quella storia.
Invece, ora è chiaro che tutto ciò non succederà mai. Quindi sì, questo è sicuramente il tempo di lasciare andare il Titano Matto preferito da tutti, e continuare la strada lungo altri lavori che, ad oggi, includono un quartetto di romanzi sci-fi per un progetto intitolato “Hardcore Station Series”. I primi due libri (“Hardcore Mindgames” e “Lazgood's Boys”) sono attualmente disponibili come e-Book su Amazon. Al momento, non è disponibile la versione italiana. Mi dispiace. C'è anche “Art Of”, libro che uscirà in concomitanza con il film degli Avengers, pubblicato da Ominous Press.
“La morte di Captain Marvel” è un indiscusso capolavoro nella storia del fumetto. Se diventasse un film per il grande schermo?
Mi piacerebbe moltissimo, e non si tratta di un'idea così campata in aria. Recentemente ho letto che Jude Law è stato ingaggiato per interpretare il ruolo del primo Captain Marvel maschile nel prossimo film incentrato sulla versione femminile di Captain Marvel. Con Kevin Feige al timone dei Marvel Studios, nessuno puo prevedere quali piacevoli sorprese potrebbe attendere proprio dietro l'angolo.
Guardando al passato, ha qualche rimorso o rimpianto riguardo la sua carriera nel mondo dei fumetti?
Mah, sono solo un essere umano e ho lavorato come fumettista per più di quarantacinque anni. I rimpianti sono molti. Ma suppongo che il mio rimpianto maggiore sia quello di non aver imparato a disegnare meglio e, quindi, di non aver prodotto più storie, specialmente disegnate.
Alla fine del 2016, la mano con cui disegno si è gravemente infortunata, così quell'aspetto della mia vita professionale ha fatto la fine del dodo. Sono praticamente solo uno scrittore adesso, ma va bene così. Lavorare con un grande artista come Alan Davis per le mie ultime storie di Thanos è uno dei vertici raggiunti nella mia carriera. Potrei essere amareggiato riguardo alla mia collaborazione con la Marvel Editorial finita in questo modo, ma Thanos e io ci separiamo in maniera spettacolare. Non riesco a pensare a una fine migliore.
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