Incontro con Kevin Costner: ‘Un film non va giudicato dal box office del primo weekend’
Cinema / Intervista - 29 July 2024 15:28
Scopri il film Horizon - An American Saga nella parole del regista Kevin Costner
Il regista e attore Kevin Costner ha ricevuto al Magna Graecia Film Festival la Colonna d'Oro. È al cinema con il film Horizon - An American Saga.
Horizon - An American Saga è un film complesso anche dal punti di vista produttivo. Come si è avvicinato a questo progetto?
Sono molto orgoglioso di questo film, perché racconta di un viaggio, un percorso fatto nel territorio americano. Si tratta anche di un viaggio di combattimenti, lotte, perché molte se ne sono verificate in America. La storia dell’Europa è stata segnata da tante guerre, e negli Stati Uniti è simile. Solo che noi siamo un paese più giovane, e andare a ovest era un obiettivo che collegò molte generazioni. Le stesse donne aderirono a questo viaggio: non ci può essere un western senza donne. Comunque se non vi piace questo film potete venirne a parlare con me.
Gli attori hanno nel film un ruolo fondamentale, oltre l’aspetto action.
Sienna Miller è una delle attrici più talentuose che ci siano attualmente. Ci sono poi nel film attori e attrici di grande talento, e sono privilegiato ad averli accanto. Di solito in un western non si percepiscono grandi performance degli attori, perché c’è molta azione: la mia speranza è che il pubblico si possa immedesimarsi nel film.
Il film ha tuttora un percorso tortuoso. Cosa pensa delle reazioni del pubblico al film?
Questo film non è stato accolto bene come avrei desiderato, ma la stessa cosa era successa per Fandango. Io ho assoluta fiducia nel film, perché noi viviamo in un periodo in cui il film è giudicato dal botteghino del primo weekend. Io credo che il modo migliore per giudicarlo è la sua durata nel tempo, perché io non ho fatto un film che possa durare per un weekend, ma che vi possa commuovere e farvi versare lacrime.
A quale cinema aspira?
Io ho vissuto e vivo nel cinema da tanto tempo, e sarebbe facile venire pagato con molti soldi per rifare i successi realizzati in passato. Ma non è quello che voglio, perché desidero che la mia vita si espanda. La cosa particolare è che il mio sogno sia stato compreso all’estero prima che negli Stati Uniti. Ho investito personalmente i miei soldi, e anche quando realizzai Balla coi lupi, sono riuscito a raccogliere fondi prima in Europa e poi in USA. Sapevo che avrei dovuto mettere i soldi di tasca mia, ed è strano che in Europa capiscano meglio ciò che voglio raccontare prima che in USA. Bertolucci disse che il teatro è l’ultimo luogo in cui 600 persone possono essere in un unico luogo a vedere un’opera, e aveva ragione: quindi spero che possiate godere di questa visione.
Pensa che le prossime elezioni presidenziali condurranno a dei mutamenti?
Sulle prossime elezioni, vedo che c’è molta gente che anela alla pace e alla difesa dell’ambiente. Ma mai il mondo è stato più a rischio di adesso. Spero che ci si svegli, che i nostri leader siano all’altezza, per migliorare questo mondo. I politici dovrebbero occuparsi di migliorare le nostre vite, non la loro carriera. L’America è giovane, veniva considerata il giardino dell’eden, e in Europa si immaginava una terra infinita, dove – se una persona fosse stata sufficientemente forte – avrebbe potuto possedere un pezzo di quella terra. Coloro che arrivarono lì, giunsero con quella speranza: ma da quindicimila anni delle persone abitavano già lì, e il dramma si è consumato nel giro di 300 anni. Sono 500 le nazioni ad essere state cancellate. Io credo che sia importante raccontare le storie, con la ‘s’ minuscola, che ci riguardano.
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