Recensione del film The Force, lo sguardo sui maltrattamenti della polizia apprezzato dalla critica
Mauxa ha visto in anteprima "The Force", il film che la critica ha recensito in maniera entusiasta.
The Force è il film documentario di Peter Nicks, uscito in queste settimane negli Stati Uniti e apprezzato dalla critica. Ha vinto il premio come migliore opera al Sundance Film Festival.
La Polizia di Oakland è famosa per la sua cattiva condotta e scandali, anche a causa delle tensioni razziali che favoriscono comportamenti desueti. The Force racconta come all'interno di questa polizia si cerchi di instaurare una riforma, proprio in un momento in cui le proteste richiedono una maggiore sorveglianza.
La scena in cui i poliziotti vengono inseriti in una stanza con delle maschere per proteggersi dai lacrimogeni, e poi il fumo invade la danza e loro sono costretti a toglierete le protezioni per provare gli effetti, rende l’idea del grado di formazione cui sono sottoposti.
Il regista Peter Nicks non giudica i metodi usati: se la polizia è irrazionale in alcuni episodi, la loro responsabilità muta con la complessità della società, cosicché le leggi che devono seguire paiono velocemente obsolete. È aumentata la richiesta della comunità di ridurre la criminalità, e nel contempo emerge il problema del razzismo nei confronti delle persone di colore che assume connotati estremi.
Il film quindi è scioccante nella misura in cui pone le basi per una condanna di un comportamento di un organismo - la polizia - che per la popolazione dovrebbe essere ligio alle regole.
Nel 2003 con la Allen v. City of Oakland, il dipartimento ha dovuto versare 10,9 milioni di dollari a 119 civili, dopo aver perso la causa per maltrattamenti.
Nel 2016 è stato scoperto che alcuni poliziotti avevano rapporti sessuali con una prostituta minorenne. La donna al centro dello scandalo era figlia di un funzionario della Polizia, il quale ha salvato tutte i messaggi della figlia scambiati via Facebook, raccontando poi il fatto ai giornalisti locali. Ha fatto nomi che hanno portato alle dimissioni di tre Ufficiali. Quindi per ogni innovazione che si cerca di apportare c’è un arretramento a causa di scandali inattesi.
Le riprese del film sono iniziate nel 2013, ma dopo quasi due anni senza un ufficiale coinvolto in sparatorie, nel giro di pochi mesi si sono verificati casi sospetti. Alcune dei criminali era presumibilmente armati, ma da diverse fonti è emerso che le sparatorie non erano giustificate. In “The Force” il capo della polizia emerge come un personaggio centrale, che cerca di guidare il dipartimento attraverso un processo di riforma cominciato 11 anni fa, come risultato di uno scandalo di corruzione nel 2000. In quell’anno ci furono abusi sui civili che condussero ad un decreto federale di vigilanza.
Ora i funzionari sono subissati dalle chiamate al 911 chiamate, e il documentario mostra proprio il margine tra come essi vedano se stessi e come siano percepiti dalla popolazione, sempre più diffidente.
Ma la riforma sta guadagnando l'attenzione come una modello da seguire, anche se l’uomo che la conduce deve fronteggiare accuse di eccessiva trasformazione, da parte delle stesse istituzioni stesse.
Il New York Times ha apprezzato il film per come morta un fallimento organizzativo, e anche le persone che cercano di far funzionare il sistema; il San Francisco Chronicle elogia la brutalità con cui analizza un dipartimento orientato ai cambiamenti ma che poi ricade nei suoi errori; per Variety il film è equidistante nel mostrare sia le colpe della polizia che il tentativo di ammodernamento.
“The Force” è un ottimo tentativo di illuminare una situazione disperata, scaltro nello scegliere un tema facilmente notiziabile ma che lascia lo spettatore basito di fronte all’irraggiungibilità della legge.
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