Nell’ambito della materia degli appalti pubblici si è giunti ad una illustrazione di regole e di principi che vanno oltre i confini interni dell’ordinamento nazionale, in ragione dell’ampliamento e consolidamento del mercato unico all’interno dell’Unione Europea.
Infatti, da alcuni decenni l’ordinamento europeo ha evidenziato che il fine fondamentale della disciplina degli appalti pubblici è la tutela della concorrenza: essa diventa, pertanto, l’obiettivo fondamentale dell’intero sistema, come sostiene anche il Prof. Stefano Vinti.
Il Legislatore che ha lavorato alla stesura di tali regole ha inteso mettere in campo la necessità di introdurre disposizioni volte ad assicurare il rispetto dei principi in materia di concorrenza da parte dei soggetti che partecipano alle gare di appalto. Solo così sarà, infatti, possibile garantire a tutti gli operatori economici presenti nel mercato europeo di operare alle stesse condizioni competitive.
Ad esempio, uno degli aspetti su cui le direttive europee si sono focalizzate ha riguardato la necessità da parte degli operatori economici di garantire in fase di gara una completa e corretta informazione: in tale maniera tutti i partecipanti possono presentare le proprie candidature in modo adeguato e consapevole.
L'unione Europea e il codice degli appalti
Un altro principio su cui è intervenuta la normativa unionale è stato quello del divieto di discriminazione. Tale principio impone, con riguardo alla normativa in materia di contratti pubblici, alle Stazioni appaltanti di formulare criteri di aggiudicazione in modo tale da non escludere le piccole e medie imprese dalla partecipazione alle procedure ad evidenza pubblica. Anche in tal modo viene garantito il rispetto e la tutela della concorrenza.
Lo stesso Codice dei contratti pubblici mette in luce la rilevanza della tutela dell’assetto concorrenziale nel momento in cui ribadisce all’art. 2, co. 1: “le disposizioni contenute nel presente codice sono adottate nell’esercizio della competenza legislativa esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza”.
Si tratta, a ben vedere, di un riconoscimento esplicito della funzione concorrenziale - della disciplina dell’evidenza pubblica - che discende dall’ordinamento sovranazionale dell’Unione Europea.
Nel Codice dei contratti pubblici la concorrenza è una nozione che si estende attraverso vari parametri valutativi che le stesse Stazioni appaltanti possono applicare per aggiudicare le commesse pubbliche. Tali criteri possono essere di natura qualitativa e tecnologica ovvero basarsi sull’esperienza o sul ciclo produttivo. Tali parametri possono essere anche di carattere sociale ed ecologico, di contenimento dei consumi energetici, fino alla riduzione dell'impatto ambientale.
Si tratta di criteri di cura concreta dell'interesse pubblico perché hanno il fine di realizzare un confronto sulla qualità complessiva delle offerte, riducendo il peso della componente economica dell’appalto.
Per questa via essi finiscono quindi per realizzare, seppur in maniera indiretta, un effetto di stimolo della concorrenza nel significato fatto proprio dal Legislatore europeo.