In un mondo in cui la ricerca del guadagno, possibilmente facile, attrae sempre più persone, gli sciacalli del web trovano terreno fertile per compiere le loro opere. "Soldi, soldi, soldi" canta Mahmood, vincitore dell'ultimo Sanremo. E la voglia di disporne sempre in quantità maggiore è, volente o nolente, un tratto caratteristico della società moderna. Le truffe perpetrate sono molteplici e colpiscono svariati settori. Anche se il più attaccato, per quanto ovvio, è quello finanziario, strettamente collegato al "vil denaro". Ed in questo caso, i truffatori possono sfruttare un punto che accomuna, da sempre, la maggior parte dei paesi latini: la scarsa cultura finanziaria.
Bufale finanziarie: il nome di Flavio Briatore usato in maniera impropria
Uno dei trend finanziari di maggior appeal è l'investimento in criptovalute, monete virtuali che, secondo alcuni, potrebbero rivoluzionare drasticamente il mondo economico e finanziario, relegando le Banche Centrali ad un ruolo marginale. Perpetrare una truffa bitcoin, sfruttando il buon nome della criptovaluta più nota e ricercata del mondo, è diventato sempre più frequente per i malintenzionati, che provano a spillare soldi coercitivamente nel variegato mondo del web. Il modus operandi è, quasi sempre, il medesimo. E vede coinvolti, loro malgrado, nomi noti al grande pubblico come attori, cantanti, politici, manager e sportivi. Possibilmente, di successo.
La scelta del VIP al quale sfruttare inconsapevolmente l'immagine, viene calibrata in base al target che si vuol colpire con la truffa. Negli ultimi mesi, il nome di Flavio Briatore è stato illegalmente utilizzato per promuovere un fantomatico "Bitcoin Future", in grado di garantire rendimenti mirabolanti in un arco di tempo ristretto. Tutta una bufala, ovviamente. Scegliere un nome come quello dell'ex fidanzato di Naomi Campbell, Eva Herzigova e Heidi Klum, seppur divisivo, è di forte appeal per qualsiasi truffa finanziaria: un uomo di successo che, grazie ai propri mezzi, è riuscito ad arricchirsi significativamente, è di fortissimo richiamo per chi vuole aumentare le proprie disponibilità economiche.
I social network assistono impassibili: servono maggiori controlli sugli inserzionisti
Briatore, però, non è stato certo l'unico VIP a finire nel mirino delle organizzazioni criminali che, grazie al web, inventano bufale finanziarie come se non ci fosse un domani. Stessa sorte, infatti, è toccata anche ad un nome molto più aggregante del manager cuneese: Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. L'immagine del cantante romano è stata accostata ad un inesistente "Bitcoin Billonaire", anch'esso in grado di garantire guadagni facili e sostanziosi in poche settimane. Oltre all'immagine, però, all'ex enfant prodige della scuderia di Claudio Cecchetto sono stati attributi dei virgolettati, ovviamente totalmente fasulli, in cui indicava la strada per diventare ricchi in barba al sistema bancario, che sarebbe stato letteralmente spazzato via grazie a questo strumento. In pratica, il "ragazzo fortunato" al quale avevano regalato un sogno, era pronto a dispensare consigli per rendere fortunati, ma soprattutto ricchi, coloro ai quali non è più concesso neppure ipotizzare di sognare.
A fare da cassa di risonanza a questi truffatori, purtroppo, sono spesso i principali social network. Addirittura con post sponsorizzati che, dato la loro natura, vengono resi visibili ad un numero elevatissimo di utenti nelle loro bacheche. Non è casuale, quindi, che molti attribuiscano ai social un ruolo fondamentale nella diffusione delle bufale finanziarie. E la domanda che tutti si pongono è: perché? Questi post, infatti, sono molto simili l'un l'altro: ipotizzare che costituiscano una truffa, quindi, non è alquanto complicato. Una maggior verifica sulla bontà dell'inserzione è assolutamente doverosa. A maggior ragione, come in questi casi, se si tratta di un'inserzione a pagamento. Ne va della credibilità e reputazione del social stesso, che non ha certamente bisogno di pochi spiccioli in più per dar voce a questi veri e propri criminali online.