Recensione Ti porto io, lungo il Cammino di Santiago

Cinema / Recensione - 03 October 2018 08:00

Ti porto io, il film al cinema dal 2 ottobre 2018.

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Film Firebird - video

Il documentario di Chris Karcher e Terry Parish arriva nelle sale italiane con una storia importante, da non perdere: “Il cammino di Santiago è polvere e fango, sole e pioggia, portati dai pellegrini percorso da migliaia di anni, da più di mille anni. Questa è la storia di due di loro”. 

Film Ti porto io


I protagonisti sono Patrick Gray e Justin Skeesuck, nati a ventiquattr’ore di distanza. Grazie all'amore delle rispettive famiglie, si conoscono da sempre, da quando erano bambini: sembrano destinati a essere amici. E lo sono.


Un giorno, Justin vede un popolare programma alla televisione che parla del Cammino di Santiago. Qualcosa si illumina. Comunica alla moglie l'intenzione di intraprenderlo. Lei, Donna Gray, parla dell'amicizia, onesta e reale, del marito con Patrick, paragonandola a “un salto pieno di amore con entrambi i piedi, insieme”.

Justin ha una sensibilità vitale, quella di gioire delle possibilità che la vita offre, comunque a chiunque, senza preoccuparsi troppo di eventuali angosce e paure. Questa forza gli consentirà di affrontare gli ottocento chilometri a nord della Spagna, nella veste fortunata di un esploratore dell'ignoto.

Cosa lo spinge a questo viaggio? Dice Justin: “La mia priorità principale è non permettere che la malattia si intrometta nella mia vita impedendomi di decidere come viverla. Però rimodella il modo in cui ti approcci alla vita e vedi le cose”.

Patrick e Justin giungono in Francia, dove alloggiano in un albergo non attrezzato. Eppure, Justin non si fa abbattere: “Il Cammino è nato nel IX secolo, quando si dice che le ossa di San Giacomo siano state portate alla Cattedrale di Santiago di Compostela. È un pellegrinaggio che la gente affronta ogni anno. La gente lo fa per una miriade di ragioni. Lo fanno per ragioni religiose. Lo fanno per una sfida personale. Lo fanno per natura, cameratismo o amicizia”.

Ti porto io (I'll push you, il titolo originale) predilige una prospettiva che potrebbe cambiarci la vita. Da vedere.



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