Recensione film A boy, A girl, A dream: dal Sundance all'uscita statunitense
Disponibile in VOD a dicembre per Samuel Goldwyn Films.
A boy, A girl, A dream è il terzo lungometraggio di Qasim Basir. La sceneggiatura è stata scritta in collaborazione con Samantha Tanner. Si tratta di un film indipendente, selezionato al Sundance Film Festival e uscito nelle sale statunitensi venerdì, 14 settembre.
La trama ha un arco temporale delimitato e significativo. Siamo a Los Angeles ed è l'8 novembre 2016, quando in America viene eletto il nuovo Presidente, Trump. Per la comunità afro-americana della Città degli Angeli, nel film rappresentata dalla fascia borghese medio alta, la vittoria a sorpresa di Trump è una sconfitta di ampio raggio, a cominciare dalla prospettiva dei diritti civili. Quale futuro: molte sono le incognite, palpabile il disperato pessimismo a riguardo.
Schede
Poche ore prima dell'annuncio di Trump presidente, Cass (Omari Hardwick) nota Frida (Meagan Good). Lui è un p.r. di un locale notturno e sta per accompagnare una comitiva femminile a divertirsi nel club. Lei è un avvocato del Midwest, turista in procinto di partire. L'incontro casuale avviene per strada, mentre la giovane donna acquista un sandwich da un ambulante.
Tra i due, si accende un interesse reciproco. Entrambi, tuttavia, hanno già un legame. Il presente sentimentale è appena accennato. Capiamo che sono confusi, ma anche frustrati dalle rispettive situazioni professionali. Un approccio sbagliato di Cass dà il via a una notte speciale, lungo quelle confidenze intime che, forse, solo con un estraneo siamo disposti a condividere.
Nella
città che artificalmente coltiva e facogita i
sogni altrui, Cass e Frida sapranno fare il punto della propria vita.
Lui ha un film nel cassetto, lei un passato da dj.
Dall'attrazione
fisica delle scene iniziali al risveglio
solidale: a specchio delle location privilegiate (lo spazio angusto di un taxi, la vista mozzafiato dalle colline di Hollywood), il film ci ricorda che la materia dei sogni è a
portata d'uomo.
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